San Gaetano Thiene: l’apostolo ardente del Divino Amore

Apostolo ardente del Divino Amore, antesignano di misericordia cristiana col desiderio di rinnovare realmente la Chiesa del suo tempo. È questa, in estrema sintesi, la testimonianza che ci ha lasciato Gaetano Thiene, il Santo nato a Vicenza nel 1480 da una nobile famiglia molto religiosa. Orfano di padre in tenera età viene educato, insieme agli altri due fratelli, dalla mamma, terziaria francescana, con solidi principi cristiani.

Si laurea in diritto civile e canonico all’Università di Padova e spende il suo tempo nell’Oratorio del Divino Amore portando aiuto agli inguaribili nell’Ospizio di San Giacomo in Augusta. “Non con il fervore dell’affetto, ma con il fervore dell’effetto si purificano le anime”, è solito dire. Esercitando l’apostolato in Confraternite di laici, specialmente a Vicenza e a Venezia, rinnova lo spirito di quei pii sodalizi. Inoltre, incita i membri di tali realtà a pregare in comune, ascoltare la parola di Dio e meditarla, nonché ricevere con frequenza i Sacramenti.

Si trasferisce a Roma come scrittore delle Lettere pontificie in Vaticano. L’impatto con la città eterna è per lui poco edificante. Vede lì una Chiesa “in sé senza rughe, anche se nei suoi ministri è prostituta”. Dinanzi alla miseria morale che tocca con mano ripete: “Roma un tempo santa, ora è una Babilonia”.

Ciò nonostante, proprio in tale contesto matura la sua vocazione sacerdotale, che si concretizza nel 1516, anno della sua ordinazione presbiterale. Uomo di grande fede, cerca nella preghiera di scrutare i disegni del Signore. “Se vuoi che Cristo ti ami e ti aiuti – scriverà alla nipote – tu ama lui e volgi la tua volontà a piacergli sempre e non dubitare che, se anche ti abbandonassero tutti i santi e tutte le creature, egli ti aiuterà sempre nelle tue necessità. Sii certa che noi siamo sulla terra pellegrini e viaggiatori: la nostra patria è il cielo”. Ad un certo punto della sua esistenza sente il desiderio di realizzare un grande progetto. “Se Dio – osserva – mi facesse la grazia di trovare, tre, quattro persone disposte a vivere apostolicamente nella osservanza del Vangelo, noi potremmo portare nella Chiesa di Dio la riforma da tutti desiderata”.

E così, insieme al vescovo Carafa (che diverrà Papa Paolo IV), Bonifacio da Colle e Paolo Consiglieri, romano, fonda a Roma l’Ordine dei Chierici Regolari, detti poi Teatini, nel 1524. Il cardinale Guglielmo Sirleto, che per alcuni anni è loro ospite a Roma spiega la bontà dei loro intenti: “Nella cura del culto divino, nel disprezzo delle ricchezze, nel rimanente modo di vivere, seguendo le orme degli apostoli, ripropongono nella nostra età quei primi tempi della Chiesa Cristiana”.

Durante il Sacco di Roma, nel 1527, Gaetano Thiene è catturato, torturato e rinchiuso con i suoi confratelli dai Lanzichenecchi, nella Torre dell’Orologio in Vaticano. Liberati da un ufficiale spagnolo, che li sente salmodiare con tanta fede, sono condotti da Agostino da Mula, quasi miracolosamente, a Venezia, con una imbarcazione della Serenissima e qui abiteranno nella Chiesa di San Nicolò dei Tolentini. A Venezia, prima e durante la peste e la carestia, cura i poveri ricoverati presso l’ospedale degli incurabili da lui stesso fondato nel 1522.

Si sposta a Napoli dove fonda la prima Casa Teatina; qui, fiducioso sempre nella divina Provvidenza, rifiuta doni e soldi, offerti dalla generosità del conte Oppido, “per sperimentare se il Dio di Napoli era lo stesso di quello di Venezia”. Nella città partenopea si preoccuperà dei più poveri promuovendo insieme al Beato Giovanni Marinoni il Monte di Pietà nel 1539, da cui poi trarrà origine il Banco di Napoli.

Si ammala gravemente e, in fin di vita, così risponde ai medici che lo consigliano di interrompere le penitenze che è solito rispettare con grande serietà: “Il mio Signore e Salvatore è morto sulla croce: lasciatemi almeno morire sulla cenere”. Raggiunge la casa del Padre domenica 7 agosto del 1547. È proclamato santo nel 1671 da Clemente X che lo invoca come “Santo della Provvidenza”.