S. M. Crocifissa di Rosa, la fondatrice delle Ancelle della Carità di Brescia

Santa Maria Crocifissa di Rosa, fondatrice delle Ancelle della Carità di Brescia, è nata a Brescia il 6 novembre 1813 ed è morta a Brescia il 15 dicembre 1855.

La vita

Quando muore la madre, Paola di Rosa di 17 anni, lascia la scuola per occuparsi della famiglia. Fin da giovane decide di non sposarsi e di dedicarsi all’apostolato sociale. Cura i malati durante un’epidemia di colera, che nel 1836 colpisce la città di Brescia.

Mostra ottime capacità organizzative, quando le chiedono di gestire una casa di accoglienza per ragazze abbandonate. Fonda insieme a Gabriella Bornati la congregazione delle Ancelle della Carità, per assistere i malati, non solo per il benessere fisico ma anche per la salute spirituale.

Istituisce anche un ospedale militare dove le suore assistono, oltre i militari, anche i civili feriti. Durante le “Dieci giornate di Brescia” le ancelle curano tutti i feriti senza alcuna distinzione. Alcuni soldati vogliono attaccare l’ospedale, ma vedendo davanti alla porta Paola con un gran Crocifisso e alcune suore con le candele accese, si ritirano.

Nel 1850 viene ricevuta da Pio IX, che due mesi più tardi approva la congregazione. Nel 1852 le prime 25 suore insieme a lei, che prende il nome di Maria Crocifissa, pronunciano i voti.

La morte

A Mantova ha un collasso e, appena la riportano a Brescia, dice: “Grazie o mio Dio, per avermi permesso di morire a casa mia”. Ad una suora che le dice che si vuole chiedere la grazia della sua guarigione, risponde che si deve solo chiedergli la grazia che possa sopportare pazientemente ogni sofferenza che egli permette per lei.

Negli ultimi giorni di vita, ad ogni crisi invoca la Madonna dicendo che confida solamente il Lei. La mattina del 15 dicembre, al Santuario delle Grazie viene celebrata per lei una S. Messa e viene scoperta l’immagine della Madonna. Quando il rito finisce, madre Crocifissa esclama: “La grazia è fatta” e, dopo qualche minuto trascorso in profondo silenzio, muore.

Tratto dal libro “I santi ci aiutano a vivere e a morire” di Luigi Luzi