La spiritualità e la personalità della Beata Maria Margherita Caiani

Beata Maria Margherita Caiani, fondatrice delle Suore francescane minime del Sacro Cuore, Poggio a Caiano (Prato) 2/11/1863 – Firenze 08/08/1921. Maria Anna Rosa nasce in una famiglia molto religiosa e avverte fin da giovanissima la chiamata alla vita consacrata. 

Avvenimenti

Entra tra le Suore Bettine di San Massimo a Campi Bisenzio: accortasi di non trovare in quella Congregazione il pieno appagamento dei suoi ideali religiosi, ne esce pensando di fondarne una propria. Apre una scuola per bambini del popolo. Poiché alcune giovani l’aiutano in questa missione e desiderano la vita religiosa, il vescovo di Pistoia autorizza la formazione di una piccola comunità.

Nel 1902 prende l’abito religioso insieme con altre cinque consorelle: sorge la Congregazione delle Suore Francescane Minime del Sacro Cuore, che viene approvata dalla Santa Sede nel 1926.

• Assume il nome di Maria Margherita, in onore di santa Maria Margherita Alacoque.

• Nel 1915, nel corso del primo capitolo generale, viene eletta superiora generale.

È amica anche di due fondatrici: la beata Maria Teresa della Croce e la beata Elena Guerra.

• Durante la guerra del 1915-1918 invia sue suore in vari ospedali militari.

• Pochi mesi prima della sua morte la sua Congregazione viene aggregata all’Ordine Francescano.

Alla sua morte lascia circa 200 suore, divise in 18 comunità.

Personalità

Carattere forte, deciso ed esuberante, a volte anche impulsivo. Pur avendo scarsa cultura è intelligente ed equilibrata. Ottima capacità di governo.

Spiritualità

Profonda devozione alla passione di Gesù, alla Santissima Trinità e allo Spirito Santo. Riesce a vivere costantemente alla presenza del Signore. Recita frequenti giaculatorie. Grande carità verso i bambini poveri e abbandonati. Notevole capacità di ispirare l’amore per i bisognosi anche alle sue consorelle. Profonda umiltà: riserva per sé i lavori più umili, nei momenti di maggiori difficoltà economiche, si adatta a fare la questua. Non vuole essere considerata una fondatrice, perché considera la sua Congregazione solo opera del sacro cuore. Spirito di penitenza: incarica una sua suora di confezionarle segretamente alcuni cilici a portare ai fianchi e alle braccia, e tutto l’occorrente per flagellarsi.

Morte

Comincia a soffrire di un forte senso di soffocamento. Il medico curante non riesce a diagnosticare la malattia: si pensa a un fatto nervoso. A chi va a trovarla, confida di vomitare tutto quello che ingerisce. Viene ricoverata a Firenze in una casa di cura da lei fondata. Forse è affetta da un cancro epatico. Muore in piena uniformità al volere divino. E’ beatificata nel 1989. Riposa nella cappella della casa madre a Poggio a Caiano.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi