La dedizione evangelica agli anziani di due grandi sante: Teresa di Gesù e Maria della Croce

In questi giorni giungono continuamente notizie strazianti di persone anziane che muoiono da sole in quanto non hanno più nessuno oppure perché, nell’emergenza, prima di esalare l’ultimo respiro non sono riuscite più ad avere alcun tipo di contatto con il coniuge, i figli, i nipoti, i loro cari… A tale proposito recentemente Papa Francesco, nella Messa a Santa Marta, ha rivolto un appello per le vittime del coronavirus. “Vorrei – ha affermato – che oggi pregassimo per gli anziani che soffrono questo momento in modo speciale, con una solitudine interiore molto grande e alle volte con tanta paura. Preghiamo il Signore perché sia vicino ai nostri nonni, alle nostre nonne, a tutti gli anziani e dia loro forza. Loro ci hanno dato la saggezza, la vita, la storia”.

Abnegazione e fede

Ciò che noi credenti possiamo compiere, in modo estemporaneo, rivolgendoci a Dio affinché mitighi le sofferenze di questi nostri fratelli più deboli, per alcuni santi è stata una missione portata avanti con fervore cristiano nel corso di tutta la loro esistenza. Ad esempio, Teresa Jornet, religiosa spagnola vissuta più di un secolo fa e canonizzata da Papa Paolo VI nel 1974, ha fondato la congregazione delle “Piccole Suore dei Poveri Abbandonati”. Dedicandosi all’accoglienza di anziani poveri e invalidi sia dal punto di vista spirituale sia da quello materiale, le suore di Santa Teresa di Gesù compiono “la loro opera meritoria con abnegazione e fede, per ispirare in persone, famiglie e comunità lo spirito d’amore del Vangelo verso gli anziani”, come ricordato da Papa Giovanni Paolo II.

Un fatto curioso è che inizialmente non è stato possibile preparare la causa di beatificazione di Suor Teresa. Una sua stessa disposizione, infatti, impediva di spendere denaro che non fosse destinato ai poveri e quindi non permetteva di utilizzare fondi per accertare la santità di chicchessia. Alcuni testimoni del suo cammino verso gli altari testimoniano le indicazioni che dava alle consorelle per assicurarsi che avessero premura nei confronti degli anziani: “Ella stessa li serviva assistendoli con molta cura; andava nella cucina ad assaggiare il vitto che si doveva dare ai malati, per vedere come era condito; a questo riguardo era esigentissima… Li rispettava molto, anche se erano rimbambiti, e a noi ordinava di fare lo stesso”. Insegnava alle suore che “Dio aveva dato loro la missione di curare e assistere corporalmente gli anziani poveri e guidarli con i loro buoni consigli e la pratica delle opere di misericordia spirituale perché innalzino il proprio cuore a Dio, si attacchino a Lui, Lo conoscano sempre più; curino i poveri anziani, istruendoli come possono perché si salvino l’anima”.

La congregazione, diffusa in tutto il globo con numerose case, annovera anche due martiri uccise nella persecuzione della guerra civile spagnola, suor Giuseppa di San Giovanni di Dio Ruano Garcia e suor Maria Addolorata di Santa Eulalia Puig Bonany, beatificate nel 2011.

Un messaggio di grande attualità

Un altro esempio di dedizione evangelica per gli anziani è offerto da Santa Maria della Croce, al secolo Giovanna Jugan, nata in Francia e fondatrice delle “Piccole Suore dei Poveri”. Il percorso di fede e santità della religiosa, vissuta nel periodo della rivoluzione francese, ha diversi punti in comune con quello di Santa Teresa Jornet. “Guardate il povero con compassione – diceva Santa Maria della Croce – e Gesù vi guarderà con bontà, nel vostro ultimo giorno”. Nella liturgia di canonizzazione avvenuta nel 2009, Papa Benedetto XVI ha evidenziato come il suo “servizio gioioso e disinteressato, esercitato con dolcezza e umiltà di cuore, volendo essere essa stessa povera fra i poveri”, era mosso da una “profonda comunione con Dio”.

Il cardinale Angelo Amata l’ha addirittura definita un’autentica “madre Teresa di Calcutta ante litteram”. Anche in vita ha ottenuto un riconoscimento per le sue instancabili attività: il premio Montyon, concesso dall’Accademia di Francia a quanti si erano distinti in un’azione particolarmente virtuosa. Animata da una spiritualità che metteva al centro l’Eucaristia, era donna decisa e al contempo umile, rappresentando per i poveri che non avevano più nessuno il volto misericordioso e provvidente del Signore.

Giovanni Paolo II ha messo in luce che “Giovanna Jugan ci ha anche lasciato un messaggio apostolico di grande attualità. Si può dire che essa aveva ricevuto dallo Spirito come un’intuizione profetica dei bisogni e delle aspirazioni profonde delle persone anziane: quel desiderio di essere rispettate, stimate, amate; quella paura della solitudine insieme al bisogno di uno spazio di intimità e di libertà; quel desiderio di sentirsi ancora utili; e molto spesso, una volontà di approfondire le cose della fede e di viverle meglio”.