Felice da Nicosia, il Santo che chiese l’obbedienza per morire

San Felice da Nicosia, laico Cappuccino, è nato a Nicosia il 5 novembre 1715 e morto a Nicosia il 31 maggio 1787.

La vita

Giacomo Amoroso proviene da una famiglia molto povera ma molto religiosa. Il padre ciabattino, muore pochi giorni prima la sua nascita. Non frequenta la scuola , ed esercita il mestiere di ciabattino. La vicinanza al convento dei cappuccini, gli dà la possibilità di ammirare il loro stile di vita e di conoscere i vari religiosi.

Varie volte è respinta la sua domanda di entrare nell’Ordine Cappuccino. Nonostante i ripetuti rifiuti non tenta di entrare in altri Ordini religiosi. Viene finalmente accolto tra i cappuccini nel 1743 all’età di 28 anni. Ha varie mansioni: cuoco, ortolano, calzolaio, infermiere, ma soprattutto questuante.

La spiritualità

Grande distacco dagli affetti terreni e proprio per questo i superiori gli permettono di rimanere a Nicosia perché non temono che possa essere distratto e influenzato dai parenti e dagli amici. Accetta con rassegnazione e serenità le grandissime umiliazioni che il suo confessore e direttore spirituale gli impone quasi costantemente per provare la sua umiltà.

Si sottopone a rigorose penitenze e digiuni. Tenera devozione alla Vergine. Ogni venerdì medita la Passione e la morte di Gesù, spesso con le braccia aperte a forma di croce. Trascorre parte della notte in adorazione del S.S. Sacramento, anche dopo aver sostenuto giornate molto pesanti e faticose.

Opera prodigi tanto da essere considerato un grande traumaturgo. Ringrazia sempre sia quando riceve offerte, sia quando viene scacciato ed insultato anche pesantemente.

Morte

Mentre lavora nell’orto viene colto da una febbre violenta. Al medico che gli prescrive dei farmaci dice che sono inutili perché per lui è giunto finalmente il momento di incontrare il Signore. E’ noto per la sua obbedienza. Entrato in agonia chiede al guardiano anche la benedizione per i morenti, e avuta l’obbedienza per morire, si addormenta tra le braccia del Signore.

Tratto dal libro “I santi ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi