Ecco come è nato l’Atto di Amore alla Vergine di Pompei

A Pompei, infatti, l’8 maggio e il 7 ottobre di ogni anno viene recitata la supplica alla Madonna di Pompei, l’“Atto d’amore alla Vergine”

Venerdì 8 maggio, “al Santuario di Pompei si eleverà l’intensa preghiera della Supplica alla Madonna del Rosario. Esorto tutti ad unirsi spiritualmente a questo popolare atto di fede e di devozione, affinché per intercessione della Vergine Santa, il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero”. È l’invito rivolto a tutti i fedeli da Papa Francesco nel corso dell’ultima udienza generale. A Pompei, infatti, l’8 maggio e il 7 ottobre di ogni anno viene recitata la supplica alla Madonna di Pompei, l’“Atto d’amore alla Vergine” scritto nel 1883 dal Beato Bartolo Longo. Nel drammatico periodo di pandemia attuale è più che mai adatta una preghiera come questa, rivolta a una Madre dal “sensibilissimo cuore” che offre “compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita”.

Il Beato Longo, nel comporla, si ispira a Papa Leone XIII che aveva appena indicato nell’Enciclica Supremi Apostolatus Officio la recita del Rosario come impegno spirituale utile a porre rimedio ai mali di una società travagliata da “gravi calamità”. L’autore della supplica, nato nel 1841 a Latiano (Brindisi), ben conosce le seduzioni e gli inganni di un’epoca – quella a cavallo tra ‘800 e ‘900 – già piuttosto travagliata. Infatti, giunto a Napoli per completare gli studi di giurisprudenza, mediante amici e professori si avvicina a pratiche di spiritismo e satanismo abbandonando completamente la fede cattolica nella quale è stato educato. Attraverso un cammino spirituale portato avanti con l’aiuto del professor Vincenzo Pepe e del domenicano padre Alberto Radente, torna sulla via del bene. Si domanda come potrà salvarsi, a causa delle esperienze poco edificanti della vita passata. Un giorno, aggirandosi per le campagne della Valle di Pompei al fine di curare le proprietà della contessa Marianna Farnararo De Fusco, sente una voce interiore che gli sussurra: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”. Quest’esperienza cambierà completamente la sua esistenza ponendosi l’obiettivo di diffondere ovunque il culto della Vergine. Su consiglio del vescovo di Nola decide di erigere una nuova chiesa, dedicata alla Madonna del Rosario. Successivamente arriva a Pompei la prodigiosa immagine della Vergine del Rosario. Il 14 ottobre 1883 ventimila pellegrini recitano per la prima volta la supplica Madonna scritta dal Beato Bartolo. Nel corso degli anni attorno alla nuova chiesa sorge una vera e propria città, con tanti servizi, un ospedale e opere di carità a favore dei minori, tra cui i figli dei carcerati. Nel 1901 viene inaugurata la facciata della Basilica, eretta con il contributo di benefattori di ogni dove e dedicata alla Pace Universale. Fedeli continuano ad arrivare da tutto il globo recitando il rosario e chiedendo l’intercessione della Vergine per i loro più disparati bisogni materiali e spirituali.

Da dove deriva la devozione al Santo rosario? Secondo la tradizione – e il racconto del beato Alano della Rupe – tutto nasce da una specifica richiesta di San Domenico che implora dalla Madonna un sostegno per combattere in modo non violento una pericolosa eresia che si sta diffondendo. La Vergine Maria nel 1212 risponde al santo attraverso una visione nella quale gli consegna il rosario. La pratica si diffonde, poi, grazie all’ordine domenicano e riceve un nuovo impulso nel XVI secolo da parte di Pio V  che istituisce la ricorrenza della Beata Vergine del Rosario attribuendo all’intercessione della Madre di Dio la vittoria navale dei cristiani contro i Turchi a Lepanto. Infine, ulteriori impulsi alla pratica del rosario giungono da personaggi come San Luigi Maria Grignion de Montfort, a seguito delle apparizioni mariane nei secoli XIX e XX a Lourdes e Fatima, e in conseguenza ai già citati episodi che coinvolgono Leone XIII e il Beato Bartolo.

Anche i Pontefici subentrati a Papa Pecci sostengono Longo nella sua opera e lui ricambia donando il santuario e le opere sociali alla Santa Sede, che li amministra attraverso una Delegazione pontificia. Tutti gli altri successori di Pietro sono legati al Santuario della Madonna di Pompei, fino a Papa Francesco che da subito manifesta la propria personale e profonda devozione mariana: “Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi… è la preghiera del mio cuore”. Recentemente Papa Bergoglio indirizza una lettera ai fedeli ricordando come nel mese di maggio sia consuetudine consolidata e pluricentenaria pregare il rosario. “Contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”, spiega in tale occasione, lanciando un messaggio di speranza al tempo del coronavirus. E proprio come un unico popolo di Dio, tutti i cristiani del mondo possono rivolgersi, attraverso le parole pronunciate da Giovanni Paolo II nel 1979 a Pompei, con filiale dedizione e fiducia a Maria che, “immersa nella luce di Dio stesso, rimane contemporaneamente sempre aperta verso la terra, verso tutti i problemi umani. Verso i problemi di ogni uomo e, al tempo stesso, di tutte le comunità umane, delle famiglie, delle nazioni”.