Cosa bisogna fare per diventare santi

I santi sono appesi in croce tra l’aldiqua e l’aldilà; esiliati dalla terra e non ancora accolti in
cielo; da questa loro posizione, come da un pulpito, predicano con tutta la propria vita, il cielo sulla terra. (Hans Urs von Balthasar)

Vorrei che si scrivessero i difetti dei santi e quanto essi hanno fatto per correggersi; ciò ci
servirebbe assai più dei loro miracoli e delle loro estasi. (Santa Bernadette Soubirous)

Il santo: persona che ha fatto carriera dopo la loro morte. (Gabriel Laub)

Santi per chiamata o per missione? Il Concilio Vaticano II dice che tutti siamo chiamata alla santità, non dipende dallo stato sociale o dall’essere sacerdote, consacrato, laico, ma tutti hanno un’universale vocazione alla santità. Chi è il santo? Siamo abituare a vedere le statue nelle chiese o i santini con l’aureola, papa Francesco parla dei santi della “porta accanto” e scrive nel documento del sinodo dei giovani: “Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità ‘della porta accanto’, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, ‘la classe media della santità’(n.17)”.

Mi ha colpito molto quella donna cristiana che è stata ammazzata nella cattedrale di Nizza giorni fa, rifugiandosi in un bar, dove però è deceduta subito, ha fatto in tempo a dire: “Dite ai miei figli che li amo”. Lascia il testamento dell’Amore: il testamento di Gesù. Nelson Mandela diceva: “Il santo è un peccatore che non si arrende mai”, ma i santi sono gli uomini riusciti e pienamente realizzati, anzi sono coloro che hanno attuato il sogno di Dio nella loro vita. I santi sono i veri profeti e “rivoluzionari” della storia, i visionari (in senso moderno del termine: coloro che guardano in avanti), drogati di felicità, elenco tre caratteristiche della santità:

1. LA GIOIA: La gioia è il segno che Gesù è risorto e la mia vita diventa risorta. Non è
conciliabile la tristezza con la santità. Ecco cosa dicono i santi al proposito: Un santo triste è un triste santo. (San Francesco di Sales). La vera santità consiste nel fare la volontà di Dio con il sorriso. (Madre Teresa di Calcutta) . La santità consiste nell’essere sempre allegri (San Giovanni Bosco) San Domenico Savio a Don Bosco: Mi aiuti a farmi santo?
San Giovanni Bosco: 1. Allegria 2. Impegno nei doveri di studio e di preghiera 3. Fare del bene.

2. LA PREGHIERA: La preghiera è il faro, la guida, la forza per amare. Senza la preghiera
non ci può essere santità di vita.

3. LA CARITA’ CONCRETA: La carità copre una moltitudine di peccata e mette le ali per volare in cielo.

Infine, papa Francesco dà delle indicazioni concrete per la strada alla santità e dice: “A questo punto, ciascuno di noi può fare un po’ di esame di coscienza, adesso possiamo farlo, ognuno risponde a se stesso, dentro, in silenzio: come abbiamo risposto finora alla chiamata del Signore alla santità? Ho voglia di diventare un po’ migliore, di essere più cristiano, più cristiana? Questa è la strada della santità.

Quando il Signore ci invita a diventare santi, non ci chiama a qualcosa di pesante, di triste… Tutt’altro! È l’invito a condividere la sua gioia, a vivere e a offrire con gioia ogni momento della nostra vita, facendolo diventare allo stesso tempo un dono d’amore per le persone che ci stanno accanto. Se comprendiamo questo, tutto cambia e acquista un significato nuovo, un significato bello, un significato a cominciare dalle piccole cose di ogni giorno.

Un esempio. Una signora va al mercato a fare la spesa e trova una vicina e incominciano a parlare e poi vengono le chiacchiere e questa signora dice: “No, no, no io non sparlerò di nessuno.”  Questo è un passo verso la santità, ti aiuta a diventare più santo. Poi, a casa tua, il figlio ti chiede di parlare un po’ delle sue cose fantasiose: “Oh, sono tanto stanco, ho lavorato tanto oggi…” – “Ma tu accomodati e ascolta tuo figlio, che ha bisogno!”. E tu ti accomodi, lo ascolti con pazienza: questo è un passo verso la santità.

Poi finisce la giornata, siamo tutti stanchi, ma c’è la preghiera. Facciamo la preghiera: anche questo è un passo verso la santità. Poi arriva la domenica e andiamo a Messa, facciamo la comunione, a volte preceduta da una bella confessione che ci pulisca un po’. Questo è un passo verso la santità.

Poi pensiamo alla Madonna, tanto buona, tanto bella, e prendiamo il rosario e la preghiamo. Questo è un passo verso la santità. Poi vado per strada, vedo un povero un bisognoso, mi fermo gli domando, gli do qualcosa: è un passo alla santità. Sono piccole cose, ma tanti piccoli passi verso la santità. Ogni passo verso la santità ci renderà delle persone migliori, libere dall’egoismo e dalla chiusura in se stesse, e aperte ai fratelli e alle loro necessità”.