Termovalorizzatori ed economia circolare: parola ai lettori

circolare

Il tema dell'ecologia alimenta il dibattito. Negli ultimi giorni, anche sulla scorta del confronto tra i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini sugli inceneritori, abbiamo pubblicato diversi articoli che approfondiscono la questione specifica degli impianti di incenerimento dei rifiuti, nonché della cosiddetta economia circolare. Alcuni lettori ci hanno scritto. Pubblichiamo due delle lettere che ci sono arrivate.

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Credo sia possibile realizzare una economia “quasi” integralmente circolare con l’aiuto dello sviluppo tecnologico il quale  tuttavia, direi per definizione, non può che essere “lineare” con quel che ne consegue.
Per questo motivo non saranno di certo coloro che predicano una “felice” decrescita a poterla realizzare. I termovalorizzatori sono ora indispensabili ad evitare maggiori guai ma vanno  progettati e realizzati in una prospettiva di progressivo miglioramento e/o sostituzione. Il mondo è pieno di impianti industriali abbandonati perché diventati obsoleti e inutili.
Questo non significa che, a loro tempo, non abbiano contribuito al progresso e al benessere della popolazione, al meglio delle tecnologie (e delle problematiche ambientali) allora note.

Ma il vero problema è però costituito dalla contemporanea necessità di “stabilizzare” la popolazione mondiale che cresce in modo addirittura esponenziale e che è l’unica variabile tecnologicamente non controllabile  anche in una perfetta economia circolare ed anche se si raggiungesse una equa distribuzione delle ricchezze.   
Il raggio del “cerchio” economico non può rimanere invariato se quello demografico cresce. Sarebbe solo una questione di tempo ed i limiti allo sviluppo verranno inevitabilmente raggiunti e la pressione sulle risorse disponibili intollerabile.

Chi deciderà quanti potranno popolare la terra? Con quali criteri?
Cordiali saluti

Luciano

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Egregio Direttore: tra le immensa quantità di ciarle riguardanti gli inceneritori (pardon “termovalorizzatori”) non si trova alcuno che ricordi come il potere calorifico medio di un chilogrammo di “spazzatura” (carta, plastica etc.) sia di circa 3,5 kWh/kg. Il che significa che con tre kg di tale oggetto si possono realizzare circa 10 kWh di energia, pari a quella di un kg di idrocarburi.

Il resto sono ciance. I Paesi del nord lo sanno (e noi no!) e la ritirano dall’Italia che, tra l’altro, paga per il ritiro!

Cordiali saluti.

 

PMB

 

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