A letto con la bambola

Un blitz dei Vigili Urbani ha sospeso a Torino l'attività di Lumidolls, prima casa di appuntamenti per sex dolls ad aprire in Italia. L'ipotesi è che si tratti di un affittacamere abusivo e che la pulizia delle bambole non fosse effettuata a regola d'arte. La palla ora passa al Comune che dovrà decidere se bloccare tutte le autorizzazioni e costringere il locale a chiudere i battenti. Ma a prescindere da quale sarà il suo futuro è l'idea stessa di Lumidolls a destare sconcerto. Si tratta di un'esperienza mutuata dall'estero, dove ha goduto (ahinoi) di grande successo, trasformandosi non solo nell'ennesima occasione di business spregiudicato ma anche in attrazione turistica

Sesso e turismo

Come a Mosca, dove l'inaugurazione è avvenuta – guarda caso – alla vigilia dell'ultimo mondiale di calcio, quando nella capitale russa era previsto un ingente flusso di visitatori e, quindi, di potenziali clienti per il vergognoso racket della prostituzione. Da lì, evidentemente, l'idea di proporre un'alternativa legale. Ma non ditelo a Dmitri Alexandrov, proprietario della Lumidolss moscovita, che a precisa domanda ha risposto: “L'apertura prima del mondiale è un caso. Però ci aspettiamo tanti turisti; i tifosi per lo più arriveranno senza mogli”. E tuttavia il clima nazional popolare generato dalla manifestazione sportiva non poteva essere trascurato, men che mai la tentazione di avere un amplesso con una ragazza straniera. Ai clienti sono state dunque proposte “maglie di tutte le squadre da mettere addosso alle bambole e per rendere più stuzzicante l’esperienza con la maglia di una nazionale o di un’altra”. E per restare in tema di fantasie non poteva mancare la sex doll elfo, con tanto di orecchie a punta. “E' per i fan di Tolkien (autore del “Signore degli anelli” ndr) per aiutarli a realizzare i loro desideri”. Il nerd è servito…

Il club

A Mosca come a Torino le bambole sono realizzate in silicone. Sinuose, di bell'aspetto, prosperose. In una parola: attraenti. Il materiale è lavorato con cura in modo da riprodurre nel dettaglio i tratti di donne e uomini. Già, uomini. Come Alessandro, il manichino destinato a un pubblico femminile e gay, unica “quota azzurra” di della “scuderia” selezionata dallo staff del club piemontese. Le sue “colleghe” sono Kate, Ilary, Molly, Eva, Arisa, Naomi e Bianca. Otto in tutto. L'obiettivo, si legge sul portale del locale, è offrire “servizi unici ed esperienze totalmente nuove” al fine di far godere ai clienti la loro sessualità “in modo totalmente diverso“. Il pubblico scelto è variegato: si può andare da soli, col partner o con gli amici. Immancabile l'invito a rivolgersi al club per un addio al celibato o al nubilato. Come se fare sesso con una bambola fosse meno squallido di entrare in un locale di lap dance, con donne vere. Ingente l'esborso: una mezz'ora costa 80 euro, un'ora 100, due ore 180. E se poi scoppiasse l'amore c'è sempre la possibilità di acquistare un modello online, con prezzi che variano dai 700 ai 2mila dollari. Poche le regole chieste ai clienti: non tirare gli arti delle bambole e non indossare oggetti che possano graffiarle. La pelle delle sex dolls è, infatti, realizzata in elastomero termoplastico ed è molto più morbida e delicata di quella umana. Le stanze del piacere, tre più una suite, hanno un letto matrimoniale, una tv che trasmette solo programmi a luci rosse e una doccia. E la salute? La società che le produce assicura che i materiali sono igienizzabili, come da certificazioni europee rilasciate. 

Boom di richieste

Dopo la notizia dell'apertura si sono moltiplicate le richieste di prenotazione. Uomini e donne in età avanzata, ma anche ragazzi e ragazze giovani. Era già avvenuto con le precedenti esperienze: quella di Barcellona (la prima in assoluto, perché catalano è il franchising Lumidolls) e di Mosca. A queste si aggiunge il club di Parigi, aperto, però, da una diversa società. Tutti “affamati” di plastica, a testimoniare ancora una volta i danni di una società sempre più pornocentrica, nel quale si è definitivamente rotto il nesso tra amore e sesso, con quest'ultimo trasformatosi in un gesto meccanico, autoreferenziale, egoistico. 

Derive

Non va poi trascurato il “modello” che questi club propongono. Vero, si tratta di manichini. Ma passa comunque il messaggio che il corpo umano possa essere comprato e venduto. Si accetta, indirettamente, una società nella quale la prostituzione è tollerata. Dove schiavitù, violenza e malaffare vengono celati dietro la solita litania del “mestiere più antico del mondo”.