Nelle vittime della tratta e della povertà il volto di Cristo

Ho letto tra le notizie di oggi che in USA una giovane vittima della tratta del sesso dopo essere stata liberata si è suicidata. Questa notizia mi ha colpito e mi ha riportato davanti agli occhi i tanti volti delle ragazze che con Don Oreste e don Aldo, negli anni, sono riusciti a liberare dalla tratta, portandole via dalla strada e tramite l'Associazione Papa Giovanni XXIII a restituire loro una dignità umana. Queste ragazze avevano tutte un qualcosa che le accomunava, che le faceva diventare sorelle. Questo qualcosa erano gli occhi e il sorriso. Quegli occhi, velati da profonda tristezza, e quel sorriso, solo accennato anche nei momenti più belli come il Santo Natale o la Santa Pasqua, quando Don Aldo e Marina aprivano i regali o distribuivano i dolci mi ha sempre colpito e commosso.
Come si può dimenticare una sofferenza durata anni, come si può dimenticare un figlio che ti è stato strappato dalle tue braccia di mamma e che non riesci a ritrovare, i tuoi genitori che dopo il tuo sequestro in una nazione lontana e sconosciuta sono morti di dolore? Perché dietro agli occhi di ognuna di queste ragazze c’è una storia, una storia ascoltata da don Aldo per ore, per giorni, con amore e con compassione, una storia che deve essere vissuta con la ragazza che deve essere aiutata  a rileggere questa storia perché dovrà capire che lei non ha colpe, che c’è una possibilità di riscatto per tutti e che quelle cose sporche che è stata costretta a fare e a subire hanno sporcato il suo corpo ,ma non la sua anima. Don Oreste prima e don Aldo oggi non chiedevano alle ragazze: “quanto vuoi?”, come tanti maschi sulle strade d'Italia ma : “quanto soffri?” E io ho visto tante ragazze piangere a questa semplice domanda, le ho viste seminude aggrapparsi ad un rosario di stoffa e custodirlo come un dono prezioso. Un vecchio prete con un prete ragazzino che giravano come vu cumprà con tanti rosari di stoffa in mano e che li regalavano a donne che chiamavano sorelline.
Mi sono chiesto tante volte: ma come fanno questi due pazzi ad avere tanta forza, tanta energia, ad addormentarsi quindici minuti e poi risvegliarsi e ricominciare a pregare, ad abbracciare quelle povere ragazze sulle strade, a cantare le loro canzoni nenia … la risposta credo sia una sola: la FedeQuella Fede che ho conosciuto da bambino e che mi sembrava aver abbandonato negli anni della gioventù mi si ripresentava con la forza di due sacerdoti e a distanza di tanti anni e oggi mi è di aiuto per vivere la mia vecchiaia e non avere paura di quello che un giorno sarà, per me come per tutti gli uomini.

Leggo di un povero vecchio (!) di 67 anni che ha rubato per bisogno merce forse per dieci euro, scoperto è morto  d’infarto. Leggo di poveri morti per stenti e freddo per strada. Come può chiamarsi civile un Paese che non si preoccupa dei poveri? Perché tutti potremmo diventarlo … basterebbe poco. Eppure basterebbe solo aprire gli occhi, autorità, associazioni, enti benefici… basterebbe poco per tendere la mano ad una ragazza semi nuda per la strada e guardarla come nostra figlia o tendere la mano ad un povero e aiutarlo a non morire di freddo. Gesù sta ancora cercando un tetto per nascere, una capanna e continuerà a cercarlo per ogni povero su questa terra. Se faremo come il ricco che cercava la perfezione senza mollare la sua ricchezza non avremo il Regno dei Cieli e non avremo diritto neanche a quella goccia d’acqua che il ricco Epulone cercava…