Violenze sui Rohingya, l'Onu condanna la Birmania

Arresti arbitrari, tortura, stupro e morti in detenzione: sono accuse pesantissime quelle contenute nella risoluzione con cui le Nazioni Unite condannano le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Birmania nei confronti dei Rohingya, la minoranza musulmana non riconosciuta dal governo fra le 135 etnie presenti nello Stato e, per questo, priva di cittadinanza e massicciamente costretta a emigrare in Bangladesh (almeno un milione di persone al 2017, oltre 700 mila oggi) con lo status di profuga. Il documento Onu è stato approvato con 134 voti favorevoli su 193 Paesi (9 i no e 28 le astensioni) e, di fatto, riconosce l'allontanamento del gruppo etnico del nord della Birmania come una pulizia etnica, tanto che la Corte penale internazionale delle Nazioni Unite ha già aperto un'inchiesta per genocidio nei confronti di Naypyidaw. L'ambasciatore del Paese all'Onu, Hau Do Suan, ha definito la risoluzione “un altro classico esempio di doppio standard sull'applicazione selettiva e discriminatoria delle norme sui diritti umani” progettato per “esercitare una pressione politica indesiderata sul Myanmar”.

Le accuse

Con la risoluzione di condanna, l'Onu esorta il governo del Myanmar a combattere “qualsiasi forma di incitamento all'odio contro le minoranze”, in sostanza invitandolo a non considerare migranti illegali gli appertenenti al gruppo etnico dei Rohingya ma a considerarli all'interno dei gruppi della regione, nonostante le accuse di repressione e genocidio siano state respinte da Naypyidaw e anche dalla leader e Premio Nobel Aung San Suu Kyi. Nel 2017, tuttavia, oltre 700 mila persone sono state costrette a fuggire nel vicino Bangladesh per sfuggire alla durissima opera di repressione messa in atto dall'esercito birmano che, secondo gli osservatori dei diritti umani, si è reso responsabile di gravissime violazioni nei confronti della minoranza etnica birmana, ritenuta bengalese dal Myanmar. Al fine di chiarire la situazione dei Rohingya, nell'approvazione del bilancio Onu 2020 è stato inserito un fondo di 2,07 miliardi per le indagini sui crimini di guerra in Birmania.