Utero in affitto ed eutanasia: la sfida del centrodestra

Un impegno per chiedere “la stesura di norme ancora più nette ed efficaci di quelle in vigore” per contrastare l'utero in affitto che avviene fuori dai confini italiani e “l'istigazione o aiuto al suicidio”. Lo chiede Il Centro Studi Rosario Livatino, con un appello pubblicato sul sito ufficiale nei giorni scorsi, ai leader dei maggiori partiti Matteo Renzi, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni.

In vista delle elezioni di domenica prossima, 4 marzo, il Centro Studi formato da giuristi cattolici desidera conoscere “una posizione chiara” su questi due “temi-chiave”: maternità surrogata e eutanasia/aiuto al suicidio. “Entrambe le materie, pur essendo già normate senza equivoci, rischiano di essere disciplinate dall’arbitrio giurisprudenziale in opposizione alla legge”, sottolinea il comunicato.

Riguardo alla maternità surrogata, si rileva che pur essendo vietata dalla legge 40, essa avviene da parte di coppie italiane all'estero. “Il rimedio è uno solo: quello, come è già previsto per i più gravi delitti di violenza sessuale in danno dei minori, di perseguire il reato pur quando il fatto è consumato oltre i confini italiani“, spiegano i giuristi.

Stessa situazione si registra per l'eutanasia. “I divieti penali dell’omicidio del consenziente e della istigazione o aiuto al suicidio sono messi in discussione nella loro intima e intrinseca ragion d’essere, pur col rischio che ciò comporti l’apertura alla piena legalizzazione dell’eutanasia”.

Per questo – rileva il Centro Studi Rosario Livatino – “è essenziale che il Parlamento, luogo di espressione della sovranità popolare, si pronunci su tali questioni, che concernono il futuro dei nostri figli e delle generazioni future, non permettendo che sia affidato ai singoli giudici e ai singoli medici il potere di definire il confine tra la vita e la morte, nonché di dire, in nome dell’intera società, che cosa sia la dignità umana: senza che, peraltro, ai medici sia riconosciuto il diritto all’obiezione della coscienza”.

Meloni, Gasparri e Salvini accolgono l'appello

All'appello del Centro Studi ha risposto il centrodestra, nella fattispecie Giorgia Meloni per Fratelli d'Italia, Maurizio Gasparri per Forza Italia e Matteo Salvini per la Lege. La leader di Fratelli d'Italia “ha già proposto e promuoverà nella prossima legislatura una moratoria universale per il riconoscimento del reato in tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite”. “Allo stesso modo – prosegue la Meloni – ci opporremo a ogni tentativo di legalizzare l’eutanasia o l’aiuto al suicidio, comportante tra l’altro una inaccettabile restrizione della liberà di scelta terapeutica del medico”. L'ex ministro della Gioventù esprime inoltre preoccupazione “per la recente decisione della Corte d’Assise di Milano di sospendere il giudizio del caso Cappato e rinviare alla Consulta il vaglio di costituzionalità sulla norma del codice penale che punisce l’aiuto al suicidio”. “Fratelli d’Italia – incalza la Meloni – rivendica la sovranità del Parlamento su un tema di elevata sensibilità sociale e stigmatizza ogni indebita invasione di campo di parte giurisprudenziale“.

Forza Italia, dal canto suo, in questa legislatura ha presentato una mozione alla Camera contro la maternità surrogata bocciata dal Pd. Lo ricorda il senatore Maurizio Gasparri rispondendo favorevolmente all'appello del Centro Studi Rosario Livatino. Il senatore azzurro garantisce anche l'impegno del suo partito a contrastare eutanasia e aiuto al suicidio. Gasparri sottolinea che la posizione di Fi “è stata chiarissima ed ha scandito nelle sedi opportune e nei momenti delle scelte, la contrarietà ad ogni forma esplicita o surrettizia di eutanasia“.

L'appello è stato accolto anche da Matteo Salvini e dalla Lega. Nessun riscontro, invece, da parte di Matteo Renzi e Luigi Di Maio.