Unicef: “No all’utilizzo dei bambini come bombe umane”

L'Unicef condanna l’utilizzo di bambini come bombe umane e in ogni circostanza – sia quando vengono utilizzati direttamente nei combattimenti sia in altri ruoli – nel conflitto in Nigeria”. Lo dichiara Peter Hawkins, rappresentante dell’Unicef in Nigeria. “Secondo diversi rapporti, ieri tre bambini – due bambine e un bambino (di età sconosciuta) – sarebbero stati utilizzati per detonare degli esplosivi che hanno ucciso 30 persone e ne hanno ferite altre 40 in un centro comunitario per vedere le partite di calcio a Konduga, nello Stato di Borno.

L'appello dell'Unicef

L’Unicef esprime le sue condoglianze a tutti coloro che sono stati uccisi o feriti in questo terribile incidente”, prosegue Hawkins, per il quale “è inaccettabile che i bambini vengano utilizzati in questo modo”. Perciò, “l’Unicef chiede a tutti coloro coinvolti in questo terribile conflitto di proteggere i bambini sempre e di tenerli lontani dai pericoli”. Questo incidente, ricorda Hawkins, “porta il numero segnalato di bambini utilizzati come bombe umane a 5, da gennaio 2019. Nel 2018, 48 bambini – fra cui 38 bambine – sono stati utilizzati in attacchi suicidi mentre nel 2017 146 (45 bambini, 101 bambine)”. L’Unicef ricorda che dal 2012 gruppi armati non statali in Nigeria nordorientale hanno reclutato e utilizzato bambini, come combattenti e non, violentato e costretto le ragazze a sposarsi, commesso altre gravi violazioni contro i bambini. Alcune delle bambine sono rimaste incinte durante la prigionia e hanno partorito senza nessuna attenzione o cura medica. Nel conflitto armato in corso in Nigeria nordorientale, oltre 3.500 bambini sono stati reclutati e utilizzati da gruppi armati non statali tra il 2013 e il 2017. L’utilizzo di bambini in attacchi suicidi da parte di gruppi armati come ordigni esplosivi umani è aumentato significativamente dal 2014 al 2017. “Chiediamo ancora a tutte le parti in conflitto in Nigeria nordorientale di porre fine immediatamente a tutti gli attacchi contro i civili, non utilizzare più i bambini in questo conflitto e a tener fede ai loro obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario”, conclude Hawkins. 

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