Una scuola per tutti nelle periferie del Cile

Una delle sfide più grandi con cui deve misurarsi una famiglia è quella di assicurare una buona educazione ai propri figli, creando un ambiente domestico in cui il bambino possa crescere sentendosi amato, sereno e sicuro. A volte ciò non è possibile: molti genitori non sono in grado di fornire i giusti strumenti alla propria prole perché loro stessi non li hanno ricevuti. A Santiago del Cile, Emelina e suo marito Daniele – entrambi membri dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi – sono responsabili del progetto “Escuelita Cecilia Arrieta” che ha come obiettivo sia quello di dare ai genitori un supporto nell'educazione dei propri figli, sia fornire assistenza psico-sociale alle famiglie, aiutandole anche nella ricerca di un lavoro. Li abbiamo contattati in occasione della Giornata internazionale delle famiglie. 

L'Escuelita

Il centro è nato 22 anni fa in un campo dove era stata sistemata una 'mediagua' – ossia un'abitazione prefabbricata solitamente utilizzata per le emergenze – ma fin da subito ci si è accorti che il posto era troppo piccolo. Allora la Comunità, grazie all'aiuto di una parrocchia e della fondazione “Techo para un hermano“, ha trovato i fondi necessari per poter comperare il terreno dove oggi sorge l'Escuelita. Grazie ai fondi stanziati dall'ambasciata del Canada è stato poi possibile acquistare i container che oggi ospitano le aule dei bambini, la cucina e i bagni. Una caratteristica del centro è il faro che sorge in mezzo ai prefabbricati: è la biblioteca del centro dove i bambini possono avvicinarsi alla lettura. 

Al progetto non collaborano né il Comune, né il Sename, il Servizio Nazionale Minori del Cile. “Abbiamo chiesto una mano anche allo Stato – spiega Emelina – ma quando ci siamo resi conto che volevano fare qualcosa 'di massa', ci siamo tirati indietro. I rapporti con i bambini si sarebbero disumanizzati, non è quello di cui hanno bisogno e per questo abbiamo rifiutato la loro proposta. Non si possono mettere i soldi al primo posto a discapito delle persone”. 

L'Escuelita accoglie 51 bambini, ma c'è una lista di attesa di altri 50. E' aperta a minori di 4 e 15 anni. Tutti provenienti da famiglie in difficoltà, con problemi economici, di dipendenza da stupefacenti o alcol. “L'unica cosa che si chiede come requisito perché i bambini possano accedere al progetto, è che almeno uno dei genitori stia lavorando o sia in cerca di un'occupazione“, aggiungeo Emelina. Le famiglie che lo desiderano, inoltre, vengono affiancate da assistenti sociali e psicologi che hanno come obiettivo quello di migliorare le relazioni tra genitori e figli, attraverso percorsi mirati. In alcuni casi si adoperano anche per aiutare i componenti del nucleo familiare ad uscire dal tunnel delle dipendenze. 

Il crowdfunding online

“L'Escuelita è un progetto che vive solo di provvidenza. Arrivano molte donazioni, da privati, aziende, alcuni ci regalano anche il latte da dare ai bambini, ma la provvidenza va sempre cercata”. Per questo, una volta a settimana, i responsabili vanno al del quartiere per vendere piccoli oggetti, vestiti usati. Gli ambulanti del posto, conoscendo la realtà in cui opera l'Escuelita, in più di un'occasione hanno donato prodotti per la merenda dei piccoli. 

Da alcuni mesi, inoltre, è stata attivato un progetto di crowdfunding sulla piattaforma online Kukumiku.com. L'idea è nata da un gruppo di studenti universitari che per alcuni giorni hanno svolto volontariato presso la struttura. Al termine del periodo programmato, volevano fare qualcosa di più per questi bambini e quindi hanno deciso di lanciare una raccolta fondi. I soldi che verranno raccolti saranno utilizzati sia per comprare il materiale scolastico, ma anche per finanziare gite o attività che altrimenti sarebbero troppo costose. 

L'obiettivo del progetto è proprio questo, garantire il benessere psico-fisico dei piccoli che frequentano la struttura. “La cosa più importante per noi, anche se questo è un dopo-scuola, è la condivisione, il benessere del bambino, che passa anche per attività extra-scolastiche – ha concluso Emelina – E' di fondamentale importanza che i piccoli ricevano un'istruzione adeguata, ma allo stesso tempo è necessario anche che vivano la loro infanzia in modo spensierato”.