Una colata di cemento sull'Italia

Colate di cemento consumano enormi fazzoletti di terra in Italia. L'annuario dei dati 2017 dell'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sono chiari: 23mila chilometri quadrati del territorio nazionale sono ormai persi (e con loro gli ecosistemi). Nel 2016 il 7% del suolo nazionale risulta cementificato contro il 4,1% della media europea nello stesso anno. Come riferisce La Nuova Ecologia, tra il 2015 e il 2016, la colata d’ asfalto ha riguardato 5mila ettari di territorio, a una velocità di circa 3 metri quadrati persi ogni secondo. Cemento ma non solo: l'Italia è al primo posto per la perdita di suolo dovuta all'erosione idrica, che fa perdere 8 tonnellate per ettaro in un anno contro le 2,5 della media europea.

Ma il problema, secondo il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, si estende anche ai cambiamenti climatici, e invita il prossimo Governo a tenerne conto insieme alla questione del consumo di suolo “I cambiamenti climatici in corso – dice – stanno già causando danni al territorio e alla salute dei cittadini, e a soffrirne di più sono soprattutto le grandi città, indietro nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici”. La media annuale globale, nel 2016, ha segnato un anomalo aumento di 1,31 °C. L’ Italia lo ha superato, più 1,35, raggiungendo il record per il terzo anno consecutivo. Quello del clima è un problema correlato all'inquinamento atmosferico, che lo stesso rapporto definisce “critico”. I livelli più elevati sono quelli del biossido di azoto e dell’ozono e si registrano in particolare nel bacino padano.

Per quanto concerne il consumo di suolo, per Ciafani è necessario “definire norme e regole efficaci”. Egli rileva che “nella scorsa legislatura non si è riusciti ad approvare il ddl sul consumo di suolo, mentre ancora aspettiamo il piano nazionale di adattamento e non si vedono politiche coerenti, anche sotto il punto di vista economico, rispetto alle soluzioni prospettate dalla Strategia energetica nazionale da poco approvata”. Di qui l'augurio che le politiche ambietali siano nell'agenda nel prossimo Governo. “Siamo convinti che l’ambiente rappresenti una grande opportunità per scommettere sul futuro, per rendere più competitiva l’economia, creare nuovi posto di lavoro ma anche per spingere l’innovazione e la ricerca e abbattere le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali cresciute nella Penisola”, ha concluso Ciafani.