Torna la “guerra del cibo”?

Se n'era parlato nel luglio scorso. E ora il tema torna d'attualità presso l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Lo scorso 2 novembre, durante una riunione a Ginevra, i sette Paesi del‪ ‬Foreign Policy and Global Initiative (Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia) hanno presentato un progetto di risoluzione sulla nutrizione, annunciando che verrà discusso dall’Assemblea Generale con voto previsto entro l’anno. Nella risoluzione figura un elenco di cibi considerati “a rischio” o “insalubri”.

L'ambasciatore Cornado: “Inaccettabile”

La questione acquisisce, tuttavia, una dimensione politica. Nella lista nera, infatti, risultano diversi prodotti che caratterizzano la dieta mediterranea. Come riferisce il sito Onu Italia, era presente alla riunione anche il Rappresentante Permanente italiano, l'ambasciatore Gian Lorenzo Cornado. Quest'ultimo – si legge – aveva già espresso in precedenza, in una lettera inviata a tutti i capi missione, preoccupazione per il linguaggio usato nel documento, in particolare per il paragrafo: “esorta gli Stati Membri a adottare politiche fiscali e regolatorie come la tassazione e le etichette da apporre su cibi e bevande insalubri”. Cornado ha dunque ricordato che il 27 settembre scorso, durante il Terzo Incontro ad Alto Livello sulla Prevenzione e il Controllo delle Malattie Non Trasmissibili, aveva portato a una Dichiarazione Politica, adottata per consenso, il cui testo, negoziato con spirito costruttivo da parte di tutte le delegazioni, Italia inclusa, e successivamente incorporato nella risoluzione dell’Assemblea Generale A/RES/73/2 del 10 ottobre, non menzionava “‘cibi e bevande insalubri’ o di ‘etichette efficaci sui prodotti’ o ancora di ‘restrizioni al marketing e alla commercializzazione di cibi insalubri‘”. Un aspetto importante, ricordato dall’Ambasciatore nel suo intervento, è che nella comunità scientifica c’è accordo sul fatto che non esistono “cibi sani” o “insalubri” ma piuttosto “diete sane” o “insalubri”. Cornado ha sottolineato poi la natura divisiva del nuovo testo che “non tiene conto delle decisioni prese dai Capi di Stato e di Governo solo un mese fa” e che è pertanto “inaccettabile per il governo italiano”.

Centinaio: “Daremo battaglia per difendere i nostri prodotti”

Sulla questione, del resto, è intervenuto anche il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio:  “Non si tocchino i prodotti Made in Italy. Continuare a discutere sulla reintroduzione di indicatori di nocività sugli alimentari (le cosiddette 'etichette a semaforo'), sulla base del contenuto di grassi, zuccheri e sale è veramente pretestuoso. Se alcuni Paesi presso l’Omn non vogliono ancora ragionare, dopo che a settembre è stata adottata una risoluzione che sottolinea invece che non esistono cibi 'sani o insalubri', ma solo 'diete sane o insalubri', allora daremo battaglia. È inaccettabile. Se anche l’Unesco ha dichiarato la Dieta Mediterranea Patrimonio immateriale dell’Umanità, come possiamo pensare che possa far male?”.