Torino è la prima “shelter city” italiana

Torino è diventata la prima “shelter city” in Italia, ossia le città che danno rifugio agli attivisti che rischiano la vita per le loro denunce. La notizia è stata data da Città di Torino, Amnesty International Italia, Cifa Onlus, Hreyn e cooperativa Doc ieri durante una conferenza stampa congiunta per lanciare la nuova progettualità di gestione di Open011, il protocollo Jhrp (Joint human rights education program) e il progetto Torino Shelter City. Si tratta di tre progettualità sviluppate grazie alla sinergia fra istituzioni e società civile che consolidano il ruolo dell’educazione ai diritti umani, in particolare per i giovani attivisti e le giovani attiviste; che rafforzano la cooperazione con le associazioni internazionali e del territorio sul tema dei diritti; e che offrono uno spazio sicuro per attivisti e attiviste da tutto il mondo. Il programma vede la Città di Torino come osservatore permanente e coinvolgerà le strutture e le realtà che fanno capo all’area delle Politiche giovanili – Open011 e i Centri di protagonismo giovanile in primis. Si tratta di un programma di ospitalità che Amnesty International ha già sperimentato in alcuni Paesi europei e che verrà avviato a Torino, per la prima volta in Italia. Il progetto si ispira a buone pratiche internazionali ed è stato strutturato per innestarsi all’interno del territorio torinese con le sue specificità.

Shelter cities

Le “shelter cities” sono città disponibili a offrire rifugio temporaneo (dai tre ai 12 mesi) ad attivisti e attiviste dei diritti umani seriamente sotto minaccia a causa del loro operato. “Un difensore dei diritti umani (HRD) – si legge nel sito justiceandpeace.ne – è una persona che, individualmente o con altri, agisce per promuovere o proteggere i diritti umani in modo non violento. Che si tratti di giornalisti, avvocati, attivisti Lgbti, attivisti per i diritti delle donne, difensori dell'ambiente o artisti – difendono i diritti e le libertà delle persone nelle loro comunità. In alcuni paesi, sono considerati agenti stranieri, dissidenti o minacce allo stato. A causa del loro vitale lavoro di difesa dei diritti umani, sono spesso soggetti a sorveglianza di massa, molestie, violenza e talvolta persino minacce di morte”. Sono 93 le persone accolte attualmemente, provengono da 44 Paesi diversi, dal Burundi al Bangladesh, dalle Filippine al Messico e sono accolti nelle 14 citta città di accoglienza, che sono, oltre a Torino: Den Haag, Middelburg, Nimega, Maastricht, Utrecht, Amsterdam, Tilburg, Groningen, Zwolle, Haarlem e Deventer, insieme a San José (Costa Rica), Dar es Salaam (Tanzania) e Tbilisi (Georgia).