Save The Children: “È sfruttato un bambino su dieci”

Nel mondo sono ancora 152 milioni i bambini privati dell’infanzia, costretti a lavorare in luoghi pericolosi e senza le misure di sicurezza basilari. A raccontarlo è l’ultimo report di Save The Children, uscito alla vigilia della Giornata Mondiale contro il Lavoro che si svolgerà, come ogni anno, il 12 giugno.

I numeri

Secondo Save the Children sono coinvolti 64 milioni di bambine e 88 milioni di bambini che vengono allontanati dalla scuola e dallo studio, privati della protezione di cui hanno bisogno e dell'opportunità di costruirsi il futuro che sognano. In più di 7 su 10 vengono impiegati in agricoltura, mentre il restante 29% lavora nel settore dei servizi (17%) o nell'industria, miniere comprese (12%). “Se vivessero tutti in unico Paese – sostiene l'organizzazione – costituirebbero il nono Stato più popoloso al mondo, più del doppio dell'Italia, più grande anche della Russia: sono i 152 milioni di minori tra i 5 e i 17 anni, 1 su 10 al mondo, vittime di sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà (73 milioni) costretti a svolgere lavori duri e pericolosi, che ne mettono a grave rischio la salute e la sicurezza, con gravi ripercussioni anche dal punto di vista psicologico”. “Nonostante i progressi significativi compiuti negli ultimi 20 anni, il mondo è ancora lontano dal raggiungere l'obiettivo di sradicare ogni forma di lavoro minorile entro il 2025, come previsto negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. in base al trend attuale – sottolinea Valerio Neri, direttore Generale di Save The Children – vi saranno ancora 121 milioni di minori vittime di sfruttamento lavorativo” se non interveniamo.

Italia

Il nostro Paese non è risparmiato da questo fenomeno: solo negli ultimi due anni, sono stati accertati più di 480 casi di illeciti riguardanti l'occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri, di cui più di 210 nei servizi di alloggio e ristorazione, 70 nel commercio all'ingrosso o al dettaglio, più di 60 in attività manifatturiere e oltre 40 in agricoltura.