Riscoprire i fondamenti della civiltà

Era il 30 novembre del 1981 quando, con la risoluzione 36/67, l’Assemblea Generale istituì la Giornata internazionale della Pace, ricorrenza da fissare nel terzo martedì del mese di settembre in coincidenza con il giorno dell’apertura dei lavori della stessa Assemblea. Una regolamentazione che verrà modificata vent'anni dopo, quando fu deciso di istituire in modo permanente la Giornata ogni 21 settembre senza tuttavia intaccare il significato dell'appuntamento, utile a ricordare a tutti i Paesi l'importanza della sensibilizzazione sul tema del rispetto e dell'armonia fra popoli. Un obiettivo che, ogni anno, le Nazioni Unite puntano a raggiungere chiedendo ai vari Stati la cessazione di ogni ostilità e l'impiego della Giornata per attività educative, specie rivolte a i più giovani.

La Dichiarazione dei diritti

Quest'anno, il tema cardine della Giornata internazionale della Pace  è stato trovato nel 70esimo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, adottata nel 1948 dall'Assemblea generale e, da allora, fra i fondamenti-pilastro dell'intera Comunità internazionale. Il dibattito centrale, quest'anno, riguarda l'assenza dalla Dichiarazione di un articolo a parte che sancisca il diritto alla pace. Per questo, con l'arrivo del 21 settembre, le Nazioni Unite hanno lanciato una serie di hashtag e iniziative nelle quali convogliare proposte e idee di ognuno in un unico grande confronto internazionale, discutendo di leggi, diritti e, soprattutto, di ciò che ci accomuna. Sul tema, è stato organizzato l'incontro “Il diritto alla pace – Italia ponte di pace per un'Europa più forte e stabile”, il quale si svolgerà presso il Senato e intenderà “promuovere con forza la pace come il diritto per eccellenza, da perseguire con volontà e determinazione, per garantire un futuro sicuro e prospero per l’intera famiglia umana”.

Pace duratura

Come spiegato qualche tempo fa dall'ex segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, presentando la Giornata, “i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile sono la nostra visione condivisa di umanità e rappresentano  il contratto sociale tra i leader di tutto il mondo e i loro cittadini”. Una regola non scritta che, costantemente, ricorda l'importanza della collaborazione e del dialogo costante, non solo sui temi sensibili ma anche nell'interazione quotidiana, così da creare politiche di sviluppo sostenibile in grado di porre rimedio a problematiche globali quali la fame, la corruzione, la povertà e l'esaurimento delle risorse: “L’eliminazione di queste cause di conflitto permetterebbe di creare le basi per una pace duratura”, aveva concluso Ban Ki-moon.