Polemiche per un lungo manifesto pro-vita

Uno spettro si aggira sui muri della Capitale: è il bambino non ancora nato. Un paio di avvistamenti si erano verificati un anno fa, ad aprile e a maggio. E nelle scorse settimane il fantasma è tornato a far discutere. La polemica stavolta ha coinvolto l’VIII Municipio, quello della Basilica di San Paolo fuori le mura e del Parco regionale dell’Appia Antica. Qui, sull’enorme parete dell’ex Fiera di Roma che affaccia sulla via Cristoforo Colombo, da qualche giorno campeggia un enorme manifesto che ritrae l’embrione di una femminuccia e la scritta a caratteri cubitali “Lei si candida a nascere”. Più in basso l’appello: “Alle elezioni europee vota chi difende il diritto alla vita. Scopri la lista dei candidati su Citizengo.org/It”.

Minisindaco: “Crociata oscurantista”

L’iniziativa di CitizenGo Italia non è piaciuta affatto – come riporta RomaToday – ad Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII Municipio. “Dopo la kermesse medievale di Verona, la campagna elettorale per le Europee diventa una nuova occasione per le crociate oscurantiste contro il diritto di scelta delle donne”, ha affermato Ciaccheri. Il quale ha aggiunto: “È urgente la rimozione di questa aberrante pubblicità”. Il presidente ha quindi chiesto a Roma Capitale che vengano “diffidate formalmente dal Campidoglio nuove campagne delle associazioni promotrici di queste campagne pro-odio“.

La risposta di CitizenGo

La questione non sembra però destinata a spegnersi. “Siamo pronti a querelare per diffamazione il Presidente dell’VIII Municipio di Roma Amedeo Ciaccheri per aver definito ‘campagna di odio’ il semplice invito a votare i candidati alle elezioni europee che hanno aderito al Manifesto pro-life di CitizenGo”. Lo ha annunciato Filippo Savarese, direttore della Fondazione CitizenGo Italia. Egli ha spiegato che “la nostra iniziativa chiede ai candidati di impegnarsi a sostenere la vita nascente in Europa, mettendo in campo politiche per le famiglie e di sostegno sociale alla maternità, come peraltro vorrebbe anche la tanto osannata Legge 194”. La Fondazione CitizenGo è attualmente in causa presso il Tar del Lazio col Comune di Roma per la rimozione dei manifesti affissi l’anno scorso in città che definivano l’aborto la “prima causa di femminicidio nel mondo”. Savarese annuncia che CitizenGo è pronta a “intentare un nuovo processo per difendere la libertà costituzionale di esprimere” la propria opinione.

MpV: “Il concepito è 'uno di noi'”

Sulla vicenda è intervenuta anche Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano. Contattata da In Terris, ha spiegato che “ciò che più sconcerta in questa vicenda, è che il bambino non ancora nato, un essere indifeso, faccia così tanta paura”. Eppure – sottolinea – “esistono fior fiori di documenti giuridici che spiegano che il concepito è a pieno titolo ‘uno di noi’”. La presidente del MpVi ricorda che “nel preambolo della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, i bambini non ancora nati sono equiparati ai già nati”. E ancora: sulla stessa linea – aggiunge – “ci sono due risoluzioni del Parlamento europeo e un documento del Comitato nazionale di Bioetica”. La Casini afferma inoltre che anche “la Corte costituzionale, in diverse sentenze tra il 1975 e il 2016, in maniera puntiforme, ha riconosciuto la soggettività del nascituro”. Secondo la Casini, “si può discutere se sia opportuno o meno fare un manifesto con quella immagine e quella scritta, ma deve essere fuori discussione il fatto che dal momento del concepimento ci sia un essere umano a pieno titolo”. Un essere umano, non uno spettro la cui immagine fa paura.