Onu: “Proteggere coloro che difendono i diritti umani”

Settant’anni fa il mondo riconobbe un insieme di diritti universali, indivisibili, inalienabili. Oggi, i diritti umani sono sotto attacco in tutto il mondo. Oggi più che mai dobbiamo proteggere coloro che difendono i diritti umani”. E' l'appello lanciato dal relatore speciale delle Nazioni Unite per la Protezione dei difensori dei diritti umani, Michel Forst, dopo la sua visita in Colombia

Forst, arrivato nel Paese latinoamericano in seguito all’uccisione di centinaia di leader sociali e difensori di diritti umani avvennuti dopo la fine del conflitto con le Farc – le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia Esercito del Popolo – ha scritto una lista di azioni da compiere per lriportare la pace rivolgendosi sia alle stesse reti e organizzazioni di diritti umani, sia al Governo e alle istituzioni colombiane.

Le azioni

Nello specifico, alle organizzazioni viene chiesto di coscientizzare la popolazione sull’importanza di rispettare i diritti e di creare delle reti a tutti i livelli. Al Governo, tra le altre cose, ha chiesto di garantire la sicurezza di chi opera per il rispetto dei diritti umani e di investire economicamente in progetti di sviluppo territoriale. Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, ha commentato al Sir: “Condivido l’allarme lanciato dal relatore speciale Onu, in Colombia i difensori dei diritti umani stanno operando in un contesto di grande insicurezza. Sia il relatore Onu che il presidente della Commissione per la Verità esprimono preoccupazione sui molteplici rischi che corre la democrazia colombiana dopo 50 anni di conflitto armato, mentre si sta affermando un sistema neoliberale dove ‘l’economia dello scarto uccide’, come direbbe Papa Francesco”.

Commissione per la Verità

In Colombia è avvenuta la recente cerimonia di apertura della Commissione per la Verità. La cerimonia è stata caratterizzata dall’assenza del presidente della Repubblica Duque e della vicepresidente, Ramírez. Il presidente della Commissione, il gesuita Francisco De Roux, nell'occasione ha fatto notare: “Abbiamo permesso più di 2mila massacri collettivi, che più di 17mila bambini e bambine fossero mandati a combattere, i ‘falsi positivi’, più di 30mila sequestri. Com’è possibile che il Paese non abbia reagito, non abbia sentito che questa cosa lo riguardava?”.