Negò una torta di sostegno al matrimonio gay: pasticceria assolta

In Gran Bretagna da oggi un pasticcere può rifiutarsi di preparare una torta per un matrimonio omosessuale. Lo ha stabilito la Corte Suprema britannica con una sentenza che dà ragione ai titolari di una pasticceria dell'Irlanda del Nord chiamati in giudizio da una coppia omosessuale per aver rifiutato di preparare una torta nuziale su cui i committenti pretendevano fosse scritto: “Sostieni il matrimonio gay”.

La sentenza

La denuncia da parte della coppia di uomini avvenne nel 2014, dopo il rifiuto da parte dei pasticceri. I giudici della Suprema Corte non hanno però evinto alcuna “discriminazione”. La presidente della Corte, lady Brenda Hale, ha osservato che i pasticceri sarebbero stati censurabili se avessero negato una qualsiasi torta alla coppia gay o a chiunque altro in ragione dell'orientamento sessuale o politico degli acquirenti. Ma in realtà si sono solo rifiutati di disegnare uno slogan che andava “contro le loro convinzioni” profonde di cristiani osservanti. Convinzioni che “hanno diritto ad avere, pena la violazione della libertà di coscienza“.

Il precedente

Nel giugno scorso la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione ad un pasticcere del Colorado che si era rifiutato di realizzare una torta per le nozze di una coppia gay in nome del Primo Emendamento, che garantisce la terzietà della legge rispetto alla religione. Il collegio non ha deciso sulla questione più generale se un esercizio commerciale può negare il proprio servizio agli omosessuali ma ha censurato la commissione per i diritti umani del Colorado, che si era pronunciata contro il pasticcere sostenendo che aveva violato la legge statale anti discriminazione.

Centro Studi Livatino: “Sentenza significativa”

Secondo il Centro Studi Livatino, “quel che rende la sentenza significativa è che essa afferma senza incertezze che le normative introdotte e in via di introduzione dietro l’usbergo del contrasto alle discriminazioni o 'per la parità' non possono essere utilizzate – come invece si prova a fare – per costringere tutti a fare e/o a dire qualcosa con cui sono profondamente in disaccordo. Con i tempi che corrono, è già tanto”.