Mario Rega, un carabiniere esemplare e testimone di umanità

Le ha scandite con tutto il dolore in gola quelle parole. “Prometto di amarti e onorarti per tutta la vita”, così la moglie di Mario Cerciello Rega al funerale per il marito. Una frase che dà la cifra umana del militare dell'Arma ucciso a Roma. Una persona speciale, come testimoniato da amici, conoscenti e colleghi. 

Il volontariato

È emerso fin da subito l'animo nobile del carabiniere, sempre vicino ai più bisognosi. Infatti fin dal 2009 prestava servizio come volontario per la delegazione romana dell'Ordine di Malta, distribuendo pasti ai senzatetto e alle persone in difficoltà nelle stazioni di Termini e Tiburtina. Un impegno costante e regolare portato avanti con dedizione e passione. Per questo nel 2013 gli era stata conferita un'onorificenza al Merito Melitense. Mario era l’eroe del quotidiano che viveva per aiutare il prossimo, come fece anche cinque anni fa. Mentre faceva il turno di notte nella sua caserma di Piazza Farnese, arrivò una chiamata. Era una mamma vedova che abitava a pochi passi da lì. La sua bambina aveva 40 di febbre e lei non sapeva come portarla in ospedale. Mario si offrì di accompagnarle al Bambino Gesù e aspettò fino alla mattina. La donna scrisse al comando dei carabinieri elogiando quel gesto, e questo valse a Mario un encomio. Ma c'è di più come ha dichiarato Sandro Ottaviani, comandante della stazione dei carabinieri di piazza Farnese, diretto superiore di Mario, lo ha detto chiaramente: “Era solito fare pellegrinaggi a Lourdes e a Loreto”. Come ha confermato ad In Terris un suo compagno nell'attività sociale che preferisce restare anonimo. “Mario era un ragazzo con una disponibilità incredibile, sempre con il sorriso”. E ancora: “Nonostante il lavoro e lo studio, almeno una volta a settimana, usciva con noi per contribuire alle nostre iniziative”. “La parola servizio lo contraddistingueva in qualsiasi cosa, valeva per lui a 360 gradi. Lo sentiva dentro, perché aveva una fede enorme”.