La legge che vieta l'aborto dopo il primo battito

L'approvazione nello Stato di New York della legge che legalizza l'interruzione di gravidanza fino all'ultimo giorno ha scosso buona parte dell'opinione pubblica mondiale. Ancora più inquietanti sono state le immagini del governatore, Andrew Cuomo, che firma il provvedimento tra le risate le grida di giubilo. 

L'altra legge

Sempre dagli Stati Uniti, però, arriva una proposta di legge che va in controtendenza rispetto all'indirizzo segnato dal governatore dem di New York. In Mississippi, infatti, il candidato repubblicano Robert Foster ha promesso di introdurre una misura che rende vietato l'aborto dopo che il battito del cuore di un feto è rintracciabile, quindi, generalmente nel periodo tra le sei e le otto settimane di gravidanza. L'unica eccezione ammessa nel disegno pensato dal rappresentante repubblicano si presenterebbe nel caso di pericolo di vita della madre; in questo caso sarebbe quest'ultima a decidere come procedere. 

Le proteste

Il progetto di legge di Robert Foster ha suscitato le ire di una delle rappresentanti locali di Planned Parenthood in Mississippi. Aimee Lewis, infatti, ha dichiarato: “È una legislazione estrema che vieterebbe l'aborto sempre“. Secondo l'opinione della leader dell'organizzazione attiva nelle cliniche dove si praticano aborti, questa legge rimuoverebbe “il diritto delle donne di prendere una decisione medica prima ancora che siano consapevoli di avere una decisione da prendere” perché “la maggior parte delle donne non sa nemmeno di essere incinta a sei settimane”.

La difesa

Foster ha difeso la sua proposta, sostenendo: “non penso che le giovani donne debbano essere poste nella posizione di scegliere di essere sottoposte a pressioni per abortire un bambino“. La sua volontà è quella di rendere il Mississippi “il posto più sicuro in America per un bambino non ancora nato”. Un provvedimento simile è stato proposto recentemente anche in Tennessee, dove già da qualche anno sono state imposte delle limitazioni all'interruzione di gravidanza ed è obbligatorio un consulto con un medico che rende maggiormente consapevole la paziente sulla gravità dell'atto.