La festa della mamma con Lorella Cuccarini

Una vita intensa, trascorsa tra famiglia e lavoro senza dimenticare l'importanza dei valori più importanti. Lorella Cuccarini, oggi, si definisce una donna realizzata e felice: nata nella periferia romana, il suo percorso artistico si è snodato attraverso una non facile gavetta, coltivando fin da bambina la passione per la danza e arrivando a debuttare in tv a soli 12 anni nello storico varietà Ma che sera. Di lì, un'ascesa continua: dai primi spot televisivi all'incontro con Pippo Baudo, che affiancherà in Fantastico 6, per poi attraversare oltre vent'anni di spettacolo senza perdere di vista il suo ruolo più importante: essere una madre. E, in occasione della Festa della mamma, racconta a In Terris la sua esperienza, bilanciata fra le esigenze più improtanti dei suoi figli e il lavoro per il suo pubblico, riservando una grande parte della sua vita anche al rapporto con la fede.

 

Ballerina, cantante, conduttrice televisiva… Un percorso straordinario quello di Lorella Cuccarini, fra spettacolo e famiglia. Guardandosi indietro, in che modo si definirebbe oggi?
“Una donna realizzata, serena e felice di quella che è stata la sua vita finora”.

Quali sono state le tappe più belle, che ricorda con più gioia, emozione e soddisfazione?
“Da un punto di vista personale, le tappe più importanti sono quelle che hanno segnato la mia crescita: il mio matrimonio, la nascita dei mie figli. Per quanto riguarda il lavoro, è chiaro che ci sono alcune cose che hanno lasciato maggiormente il segno: il debutto, le prime esperienze, la prima volta a teatro o la prima volta che mi sono ritrovata a intraprendere un percorso nel sociale con Trenta ore per la vita. Dovessi fare una lista di episodi a me cari devo dire che ce ne sarebbero moltissimi”.

E il suo percorso artistico? Dovesse scegliere il momento più emozionante della sua carriera a cosa penserebbe?
“Forse al mio debutto. Ripensare a quella ragazza di vent’anni, con tanti sogni nel cassetto, che arrivava da una situazione abbastanza complessa… Io ero una ragazza di periferia e, probabilmente, avevo anche paura di essere un ambiente difficile in cui non sarebbe mai successo niente. Invece si è realizzato un sogno: è stato emozionante trovarmi lì, davanti alle telecamere quel sabato sera, in diretta davanti a milioni di telespettatori, con quell’impaccio e anche quella angoscia del debutto. Quello schermo, per un momento, lo vedi tutto nero finché non vinci la paura e cominci a ballare, perché io ho cominciato principalmente come ballerina in televisioni. E a ripensarci oggi, a rivedere quelle immagini provo ancora molta tenerezza, perché ricordo le mie esatte sensazioni di quel momento”.

Molte giovani donne di oggi cercano di farsi strada nel difficile mondo dello spettacolo. Darebbe loro un consiglio particolare, specie in un momento in cui una certa comunicazione fa apparire i giovani come portatori di una certa superficialità? 
“Chi vuole fare spettacolo, solitamente, assaggia subito il sacrificio e anche le sconfitte, perché nel nostro mestiere ce ne sono sempre moltissime. Soprattutto quando si è all’inizio sono tanti i no, rispetto a pochissimi sì. E sicuramente consiglierei, proprio perché in qualche modo posso far tesoro della mia esperienza personale, di non scegliere scorciatoie, perché questo è un mestiere che è bello godere in tutte le sue fasi, anche in quella di maturazione che noi chiamiamo gavetta, poiché è propedeutica alla nostra crescita, ci insegna ad affrontare le esperienze più complesse e a non smettere mai di sognare e lavorare fermamente. E consiglierei anche di essere umili perché, nel momento in cui viene meno l'umiltà, iniziano i problemi anche se pensi di avere una percezione giusta di quello che sei. La verità, però, è che non si ha più la percezione delle persone che si ha intorno”.

In queste ultime settimane abbiamo visto suor Cristina ballare in un programma televisivo. Cosa ne pensa di queste esperienze da parte di una persona consacrata?
“Io dico che ballare e cantare è un’esperienza di gioia. Mi ricordo di lei anche in un programma di canto e in Sister Act, dove tra l’altro è stata molto brava. Credo che Dio possa arrivare attraverso tanti modi diversi e quando c’è una comunicazione che è fatta di gioia penso che sia un modo appropriato e non ci vedo assolutamente nulla di male”.

A proposito di religione, qual è il suo rapporto con la fede?
“Un rapporto spero sereno, nel senso che è continuo e di grande umiltà. Sicuramente la fede è un pilastro fondamentale nella mia vita perché, attraverso questa, riesco alle volte a dare un senso alle cose complesse. E, tutto sommato, anche a saper dare il giusto peso alle cose che contano”.

C'è, anche qui, un'esperienza o un momento della sua vita in cui la fede ha inciso in modo particolare?
“Credo che uno dei momenti in cui la fede mi ha aiutato di più sia stato il momento in cui ho perso mia mamma, fra l’altro molto giovane. Per me, così come per i miei fratelli, è stato un dolore molto forte. Una ferita immensa perché arrivata in un momento in cui nessuno se l’aspettava. E ringrazio tantissimo la fede, il rapporto continuo con Dio e anche questa certezza che ci sia una vita dopo la morte: in questo modo, mantengo questo filo con lei anche se è volata in cielo. Questo è stato forse il momento in cui ho avuto più forte la percezione di quanto fosse importante la fede per me”.

Oggi si celebra la Festa della mamma… Una donna di successo come riesce a coniugare le tante responsabilità dell'essere genitore con gli impegni che il mondo dello spettacolo porta con sé?
“Io non credo che essere mamme, se si è nello spettacolo, sia diverso. Essere mamma credo sia l’esperienza più bella che possa capitare a una donna nella sua vita. Da questo punto di vista faccio sempre molta ‘pubblicità’: oggi si tende a comunicare che i figli sono in qualche modo un intralcio alla realizzazione di una donna, quindi spesso si pensa che rinunciarci serva a migliorare la propria condizione nel mondo del lavoro. Io credo, senza giudicare nessuno, che rinunciare alla maternità sia dire no a qualcosa di fondamentale che veramente cambia la tua percezione del mondo. Noi siamo protagoniste di un miracolo, quello di far crescere una vita dentro di sé e poi metterla al mondo. Credo sia un’esperienza talmente grande che sia un peccato farne a meno. Poi per che cosa? Io come mamma mi sento realizzata enormemente come donna”.

Come si descriverebbe come mamma?
“Io credo di essere una mamma abbastanza tradizionale, perché ho cercato di fare un mix: da una parte con tutta la mia esperienza di figlia, prendendo dall’educazione e dall’approccio di mia madre tutte le cose che mi sembravano più giuste, dall’altra mettendo tanti ingredienti che invece secondo me era giusto inserire. Ad esempio un approccio più caldo, poiché i genitori amavano ma non lo manifestavano in maniera così aperta. Secondo me, invece, è giusto dare ai nostri figli questi segnali di amore profondo. Credo che il nostro modello educativo sia stato molto buono, con una mamma che ha fatto anche un po’ da papà, senza mai farci mancare niente. Era una donna molto moderna ma anche molto severa, per cui su alcuni valori non si tirava mai indietro. In qualche modo ho cercato di unire le belle esperienze del passato con il mio approccio nuovo”.

E i suoi figli cosa dicono di mamma Lorella?
“Bisognerebbe chiederlo a loro ma, a guardare da quello che è il nostro rapporto, mi pare siano molto felici. Io ho sempre avuto un rapporto con loro di grande confidenza, ho sempre imparato ad ascoltare anche i loro silenzi, da cui si possono capire tante cose diverse. Sanno che io sono la persona che, insieme al loro padre, li ama di più, che possono contare sempre su di noi, che non saranno mai giudicati ma riceveranno sempre un consiglio spassionato. Il quale, poi, faranno loro o meno. L’importante è che sappiano che un genitore c’è sempre per un consiglio e ascolto. Io ho l’abitudine di parlare moltissimo con loro e credo che questo lo sentano”.

In Italia si vive un momento di forti problematiche demografiche… In quale direzione dovrebbe guardare la politica del nostro Paese per correggere il deficit che disincentiva le famiglie? 
“Il problema di questo Paese è che vive sotto austerity da anni. E quando hai questa pressione delle spese, questa si riversa in ogni ambito e la famiglia è la prima a esserne penalizzata. Io spero che si finisca questo periodo e che ci sia la possibilità di fare investimenti sul lavoro e anche sulla famiglia, perché le persone torneranno ad avere fiducia e quindi anche a poter scegliere di mettere su nuovi nuclei familiari. Siccome è un problema generale, spero che se ne esca il prima possibile per far ripartire questo Paese”.

La vedremo impegnata in qualche programma a breve?
“Prossimamente no. C'è un evento in programmazione per il 14 di giugno, una bella serata organizzata per Genova, dove sarò una dei conduttori assieme ad altri personaggi come Antonella Clerici, Amadeus, Luca e Paolo. Poi, probabilmente, sarò ospite della serata che si sta organizzando per festeggiare i sessant’anni di carriera del grande Pippo Baudo. Per il momento questi due impegni”.

In questo giorno speciale quale augurio si sente di fare alle mamme?
“Alle mamme di tutto il mondo faccio l’augurio forse più banale, ovvero di non soffermarsi a questo giorno che, secondo me, è una festa un po’ più commerciale. Io credo che i nostri figli ci facciano la festa e ci rendano orgogliosi tutti i giorni, per cui è bello vivere questo amore e questo orgoglio tutti i giorni. Perciò, un abbraccio a tutte le mamme non solo per domani ma per tutti i 365 giorni dell’anno”.