Italia: record di poveri

In valori assoluti, l'Italia è il Paese europeo con più poveri. Lo rivela l'Eurostat, secondo il cui studio nel 2016 i poveri erano quasi 10,5 milioni. La classifica è stata redatta basandosi su una serie di indicatori che valutano le possibilità economiche e di situazione sociale delle persone.

Si entra nella categoria di deprivazione materiale e sociale, nel momento in cui non ci si può permettere almeno cinque delle spese seguenti: spese impreviste; una settimana di vacanza all'anno fuori casa; pagamento di arretrati; permettersi un pasto con carne, pollo o pesce o equivalente vegetariano ogni secondo giorno; riscaldamento di casa; una macchina per uso personale; sostituzione di mobili logori; sostituzione di vestiti vecchi; avere almeno due paia di scarpe; spendere una piccola somma di denaro ogni settimana su se stesso; concedersi attività ricreative regolari; fare in compagnia un pasto almeno una volta al mese; possedere una connessione internet.

Lo studio dell'Eurostat fa il paio con quello dell'Istat sulle condizioni di vita degli italiani, che nel 2016 registra il record storico sia per le persone a rischio di povertà (20,6%) sia per quelle a rischio di povertà o esclusione sociale (30%). Secondo l'Istituto di statistica, il rischio di cadere nella condizione di povertà riguarda sia gli individui considerati singolarmente (e si passa dal 19,9% al 20,6%), sia coloro che vivono in famiglie con pochi mezzi (e qui si passa dall’11,5% al 12,1%), sia infine persone che vivono in nuclei a bassa intensità lavorativa. Le aree più esposte al fenomeno sono quelle meridionali, ma non se la passano bene neanche le popolazioni del Centro Italia, dove un quarto dei residenti è a rischio povertà.

Così l'Unione Nazionale Consumatori: “Non solo i dati peggiorano rispetto al 2015, ma mai si era registrato un dato così negativo dall'inizio delle serie storiche, iniziate nel 2003”, afferma Massimiliano Dona presidente dell'Unc. “Sono dati da Terzo Mondo, non degni di un Paese civile. Non si tratta solo di una priorità sociale e morale, ma anche economica. Fino a che il 30% degli italiani è rischio povertà o esclusione sociale è evidente che i consumi delle famiglie non potranno mai veramente decollare e si resterà intorno all'1 virgola”, aggiunge Dona.