Il Piemonte ferma l'azzardo

Da ieri in Piemonte c'è una legge che ha l'obiettivo di spegnere le luci accattivanti del gioco d'azzardo. Dopo diciotto mesi dalla sua approvazione in Consiglio regionale, entra in vigore lo “switch-off”, ovvero lo spegnimento delle slot machine nei locali vicini ai luoghi ritenuti sensibili come scuole, parchi giochi, strutture sportive, ospedali e oratori. Per i trasgressori una multa fino a seimila euro a dispositivo.

L'intento della Regione Piemonte è così quello di contrastare la diffusione del gioco d'azzardo patologico. Contestualmente, infatti, si prevedono interventi per il recupero dei pazienti affetti da ludopatia, attività di sensibilizzazione, programmi di formazione del personale delle sale gioco e del personale dei servizi sociali oltre che interventi di supporto alle amministrazioni locali.

Incentivi alle attività “no slot”

Previsti inoltre incentivi alle attività che non installano slot machine al loro interno. Per accedere ai contributi regionali, ecco che bisognerà dotarsi del marchio “no slot”. E l'assenza di questi macchinari dovrà essere obbligatoria per quegli esercizi commerciali distanti 300 metri da luoghi sensibili (500 per i comuni con più di cinquemila abitanti). Ogni Comune avrà la possibilità di individuare ulteriori luoghi sensibili per ragioni connesse alla tutela del territorio comunale, della sicurezza urbana, della viabilità locale, dell’inquinamento acustico e della quiete pubblica.

La normativa si applica progressivamente anche alle vecchie licenze: entro 18 mesi per chi ha installato slot machine, 3 o 5 anni per le sale gioco e sale scommesse. I comuni sono autorizzati a disciplinare una riduzione degli orari di apertura non inferiore a tre ore giornaliere.

Il plauso dell'antiusura

Il presidente della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D’Urso, ha definito questa legge un “atto coraggioso”. “Il presidente Sergio Chiamparino – ha dichiarato il prelato – ha accolto le preoccupazioni che le fondazioni antiusura operanti in Italia hanno urlato a gran voce ai rappresentati del Governo, delle Regioni e dei Comuni. In tutte le maniere, tramite i mass media, gli incontri pubblici, abbiamo spiegato che l’accordo siglato in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali sul riordino del settore giochi non avrebbe portato ad alcuna riduzione del consumo di azzardo“.

Critiche dal Governo

La decisione del Piemonte viene accolta negativamente dal Ministero dell'Economia, dove si sottolineano i danni economici che scaturiscono dallo stop all'azzardo. “Prendiamo atto che il Piemonte ha imboccato la strada funesta del proibizionismo. I provvedimenti del Piemonte sono in contrasto con la legge nazionale e l’impedimento all’esercizio dell’offerta di gioco d’azzardo rappresenta un danno erariale”. Lo afferma il sottosegretario dell'Economia Pier Paolo Baretta.