Il fenomeno del vampirismo in Malawi

Vampiri in Malawi. Sembrerebbe il titolo di un film dell’orrore, invece è la dura realtà che si trova a vivere parte della popolazione del Paese dell’Africa orientale, uno dei più poveri e densamente abitati al mondo.

L’ultimo caso si è verificato nei distretti meridionali di Mulanje e Phalombe. Qui, nove persone hanno perso la vita linciate da dei “vigilantes” perché accusate di essere dei “succhia sangue”. Nella lingua locale vengono chiamati “mzukwa”: persone trasformate in vampiri con appositi rituali di magia nera che attaccano le persone di notte per succhiare loro il sangue.

La testimonianza

Numerose le testimonianze. Una donna di 40 anni, Jamiya Bauleni, ha raccontato a France Presse la sua storia: “Era la notte del 2 ottobre, ho visto apparire una luce sul tetto, poi il fumo mi ha circondata e ho sentito un ago entrare nel mio braccio sinistro. Poi l’aggressore è scappato”. Dello stesso tenore il racconto della vicina di casa, la 27enne Florence Kalunga, che ha sostenuto di essere stata attaccata la stessa notte: “Ho visto una luce, come un fuoco – ha setto – poi ho sentito la porta aprirsi e un ago si è infilato nel mio dito”.

Storie inverosimili, che però attecchiscono facilmente nella mente di quanti vivono in un contesto sociale povero e carico di superstizioni come quello malawiano, dove la maggioranza della popolazione sopravvive con meno di 2 dollari al giorno e la credenza nella stregoneria è ancora fortemente radicata.

L’interesse dell’Onu

Il problema ha raggiunto una rilevanza tale da interessare anche il Dipartimento di Sicurezza delle Nazioni Unite (Undss) che, in una recente relazione, ha asserito: “I distretti di Mulanje e Phalombe (nella Southern Region) sono stati gravemente colpiti dalle continue storie sulla possibile esistenza di vampiri e di esseri che succhiano il sangue”, tanto da creare disordini sociali.

I massacri

La cronaca degli avvenimenti di questi ultimi tre mesi è raccapricciante: la folla inferocita – i cosiddetti vigilantes – va di casa in casa accusando persone innocenti di essere dei vampiri per poi giustiziarle sommariamente in strada.

Le uccisioni sono iniziate il 16 settembre quando tre persone, sospettate di essere “succhiatori di sangue”, sono state lapidate dalla folla. Nei primi di ottobre a Blantyre, seconda città del Malawi, il portavoce della polizia nazionale ha raccontato che alcuni vigilantes “hanno dato alle fiamme un uomo epilettico di 22 anni a Chileka, e un altro uomo è stato lapidato a morte … dopo essere stato sospettato di essere un vampiro”.

Il vampiro europeo: Dracula

Nonostante l’omonimia, i “mzukwa” africani non sono in tutto e per tutto identici ai vampiri europei. Non tutti sanno che il termine francese “vampire” deriva dalla zoologia: venne infatti introdotto dal naturalista Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, nel 1761 con riferimento alle abitudini ematofaghe di alcune specie di pipistrelli. L'immagine dell’animale succhia sangue passò poi nelle leggende e credenze popolari dell’Europa centro-orientale, per influenzare prima la letteratura fantastica della fine del secolo 19° (celebre è il romanzo inglese Dracula scritto da B. Stoker nel 1897), e poi la filmografia horror del 20° secolo.

Il vampiro europeo è tradizionalmente una creatura demoniaca dotata di poteri soprannaturali e forza eccezionale, che torna a rivivere di notte per aggredire persone vive (soprattutto giovani donne) per succhiarne il sangue dal collo. Queste, morendo dissanguate, diventano esse stesse vampiri. Esseri immortali (ma vulnerabili alla luce del sole) che possono essere uccisi solo con una punta acuminata di legno di frassino conficcatagli a colpi di martello nel cuore.

Vampirismo africano

La leggenda dei vampiri non è però esclusiva europea. E' infatti molto diffusa in tutto il Continente Nero, in particolar modo in Africa centrale e orientale. Qui il vampirismo è spesso associato alle streghe. Tuttavia, non si può parlare di una discriminazione di genere perché tanto le donne quanto gli uomini possono praticare la magia nera e i riti woodo necessari per “creare” un vampiro. La novità è che il vampiro africano non è un non-morto o un demone dell'oltretomba – come avviene nella tradizione europea – ma un essere umano vivente trasformato magicamente in “succhiasangue”.

L’appello del Presidente

Dallo scorso settembre ad oggi queste credenze superstiziose hanno già causato la morte di nove persone, nonostante i medici locali abbiano pubblicamente dichiarato che “non esiste vampirismo nel Paese”. Il Presidente malawiano, Peter Mutharika, visitando le zone degli scontri, ha definito le notizie dei linciaggi “dolorose e strazianti” ed ha rimarcato: “Non c’è alcuna prova dell’esistenza di bevitori di sangue, è solo una menzogna messa in giro per destabilizzare la regione. Se ci sono persone che vanno in giro per succhiare il sangue della gente – ha chiarito – io li affronterò”. I primi di novembre il portavoce della polizia ha infatti annunciato l’arresto di duecento persone perché sospettate di far parte dei gruppi di vigilantes.

Poveri contro ricchi

Gli arresti non sono però la soluzione definitiva per estirpare credenze magiche pericolose e fortemente radicate, nonostante la maggior parte della popolazione si dichiari cristiana (75%, di cui il 20% cattolico) e musulmana. Secondo l’antropologo Anthony Mtuta dell’Università cattolica del Malawi, la radice del male sta nella miseria in cui versa la maggioranza della popolazione, a fronte di una ristrettissima elite di ricchi esportatori. “Tali credenze sui vampiri nascono dalle difficoltà e ineguaglianze economiche. I poveri – spiega Mtuta sul Times – pensano che i ricchi siano avidi e che succhino il sangue della gente indigente”. L'alto tasso di analfabetismo, la povertà endemica, l'incertezza del futuro e la corruzione politica sono dunque i veri mali da combattere se si vuole un Malawi libero dalla violenza e… dai vampiri.