Rapporti culturali e scambi economici. Gli italiani residenti in Repubblica Ceca sono 5850. Secondo l’Ufficio di Statistica Ceco la comunità degli italiani è più numerosa di quella francese, spagnola o austriaca. Complessivamente hanno un permesso di soggiorno in Repubblica Ceca 659.000 stranieri, circa il sei percento della popolazione complessiva. Le comunità più grandi sono quelle dell’Ucraina, che prima della guerra contava quasi 200 mila persone, della Slovacchia con 115 mila persone e del Vietnam con 65 mila persone. Un importante quota di italiani residenti in Repubblica Ceca si dedica alla piccolissima impresa. In oltre 1200 hanno un permesso per l’attività imprenditoriale. Il dato tuttavia potrebbe contenere alcune persone, che hanno il permesso attivo anche se soggiornano stabilmente in un altro paese. Altri 5000 italiani hanno nella Repubblica Ceca un rapporto di lavoro dipendente. L’ambasciata della Repubblica Ceca a Roma e il Centro Ceco di Roma, in collaborazione con la Fondazione Eleutheria di Praga, hanno organizzato a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, una serata ceco-italiana. Durante l’evento è stato presentato il libro “Gli Italiani nelle Terre Boeme”. Il nuovo progetto editoriale è stato realizzato da Eleutheria con la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia a Praga. Ad illustrarlo sono stati il direttore emerito della Biblioteca del monastero di Strahov di Praga, Gejza Šidlovskì e il presidente della Fondazione Eleutheria, Francesco Augusto Razetto.

Rapporti storici
Alla presentazione dell’opera hanno partecipato numerose autorità, tra cui l’ambasciatore d’Italia nella Repubblica Ceca Mauro Marsili. Sono stati eseguiti anche dei brani di musica barocca a cura del trio composto da Davide Pozzi (clavicembalo), Laura Scipioni (violino barocco) e Jakub Kydlíček (flauto). Il volume, edito in lingua ceca e italiana con l’accompagnamento di un vasto apparato fotografico, è stato curato da Francesco Augusto Razetto, Ottaviano Razetto, Flavio Mela e Genny Di Bert. L’obiettivo è approfondire attraverso gli studi e le testimonianze di numerosi specialisti i rapporti storici e artistici tra l’Italia e la Repubblica Ceca. L’opera, con un’introduzione dello storico Franco Cardini, illustra i primi contatti italiani con le terre boeme nel X secolo. Per poi continuare fino ai giorni nostri sotto il segno dell’amicizia tra i due Paesi. In quella che secondo l’ambasciatore Marsili può essere considerata una delle prime forme di integrazione culturale che l’Europa abbia sperimentato. All’interno del libro uno specifico approfondimento è dedicato alla “Congregazione Italiana di Praga”, fondata nel 1573 e attiva fino al 1947. La sua memoria storica è ancora tangibile negli edifici della cappella manierista della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, nella centralissima via Karlova, e dell’ex-Ospedale italiano di Malá Strana, oggi sede dell’Istituto Italiano di Cultura. La presenza italiana nell’attuale territorio della Repubblica Ceca vanta un’antica e importante tradizione. Nella seconda metà del Cinquecento esisteva già a Praga una nutrita colonia italiana composta principalmente da maestranze edili e mercanti stabilitisi nella città di Rodolfo II che, nel 1583, divenne capitale dell’Impero.

Presenza secolare
Mauro Ruggiero ha raccontato la storia secolare della presenza italiana a Praga in mostre permanenti, cataloghi e articoli per la rivista on line Café Bohéme. I mercanti italiani si occupavano principalmente del commercio di beni di lusso, al tempo molto richiesti dalla corte imperiale. Ma il gruppo più numeroso della colonia era composto da architetti, muratori, scalpellini e stuccatori impiegati nei numerosi cantieri del Palazzo Reale e delle prestigiose residenze della nobiltà che amava particolarmente lo stile rinascimentale di cui gli italiani furono iniziatori e maestri. Gli italiani stabilitisi a Praga provenivano principalmente dalla regione dei laghi lombardi compresa tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, e nella città risiedevano con le loro famiglie nelle vicinanze del Castello e lungo le vie Karlova e Vlašská, quest’ultima nota al tempo con il nome di “Via Italiana”. Le loro botteghe circondavano invece l’attuale Piazza di Malá Strana, anch’essa conosciuta come: “Piazza degli Italiani”. Con il passare degli anni la colonia divenne sempre più numerosa al punto da indurre i Gesuiti del Collegio Clementino – presenti a Praga fin dal 1556 in seguito all’invito da parte di Ferdinando I – a tenere, a partire dal 1560, sermoni in lingua italiana presso la chiesa di San Clemente nella zona della Città Vecchia. Furono proprio i Gesuiti a iniziare una vera e propria opera di organizzazione della ormai numerosa comunità di italiani e fu così che sotto il loro impulso, tra il 1573 e il 1575, la comunità si diede un’organizzazione stabile dando vita alla Congregazione della Beata Vergine Maria Assunta in Cielo. Un’istituzione con fini assistenziali e religiosi ispirata al modello delle Congregazioni Mariane dei collegi gesuitici. Gli scopi della Congregazione erano sintetizzati nel motto “Pro Deo et paupere” ed erano principalmente due. E cioè la difesa della fede cattolica nella Boemia protestante e la realizzazione di opere caritatevoli come l’assistenza ai poveri e ai bisognosi senza riguardo per la loro fede religiosa. La cura degli ammalati e la somministrazione ai moribondi dei sacramenti. Primo coadiutore spirituale della nuova istituzione fu l’italiano padre Blasius Montanini.

Tracce di storia
Nella Boemia protestante, orfana del carismatico leader religioso Jan Hus, la Congregazione italiana rappresentava una delle minoranze cattoliche sul territorio e per questo ottenne nel 1580 speciali indulgenze da papa Gregorio XIII. La Congregazione contribuì notevolmente a rafforzare la coesione tra gli appartenenti alla minoranza italiana in Boemia e, grazie alle sue opere caritatevoli, fu subito apprezzata dalla popolazione locale, ottenendo un prestigio tale da indurre, nel corso del tempo, molti cittadini non italiani a chiedere di esservi ammessi. Il legame tra la Congregazione e i Padri Gesuiti fu molto forte, almeno nei primi anni di vita di questa, tanto che nel 1618, quando la Compagnia di Gesù venne espulsa dalla Boemia, molti religiosi trovarono rifugio proprio presso i membri della Congregazione. Nel 1569 gli italiani avevano già costruito nella Città Vecchia un proprio oratorio presso il Collegio Gesuitico Clementino, dove tenevano le riunioni, e una cappella nella quale venivano celebrate le funzioni per tutta la comunità. Questa cappella, però, fu demolita nel 1589 perché ormai troppo piccola e ricostruita completamente a partire dal 1590 per essere consacrata nel mese di agosto del 1600. La nuova cappella, pur essendo dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, fu sempre chiamata dal popolo: “Cappella Italiana” e ancora oggi è così denominata. Nel 1602, a causa del numero sempre maggiore di poveri e bisognosi assistiti dalla Congregazione, si decise di acquistare la casa, nel quartiere di Malá Strana, di Domenico de Bossi, illustre confratello, per farne sede di un ospedale.

Istituto di Praga
L’Istituto di Cultura Italiana di Praga nasce nel giugno 1922 con lo scopo di diffondere e approfondire la conoscenza della cultura italiana in Cecoslovacchia e di organizzare reciproci rapporti intellettuali e artistici fra l’Italia e la Cecoslovacchia con tutti i mezzi adatti a tale fine. La creazione dell’Istituto fu resa possibile grazie all’impegno di accademici ed intellettuali cecoslovacchi ed italiani residenti a Praga e dai finanziamenti dei governi italiano e cecoslovacco. Tra gli intellettuali italiani promotori del progetto, particolarmente attivo fu Giani Stuparich, primo lettore di Lingua e Letteratura Italiana all’Università Carlo IV di Praga, dal 1921 al 1922. L’Istituto fu inaugurato ufficialmente il 2 marzo del 1923 alla presenza del Ministro d’Italia Antonio Chiaromonte Bordonaro e del Ministro degli Esteri cecoslovacco Edvard Beneš. L’Istituto ha più volte cambiato sede nel corso degli anni fino a stabilirsi nell’attuale edificio nel quartiere di Mala Strana, legato alla storia della comunità italiana presente in Boemia fin dal Rinascimento. Con le sue attività volte alla promozione della lingua e della cultura italiana, l’Istituto Italiano di Cultura di Praga si configura come istituzione attiva nell’opera di attuazione degli accordi culturali in vigore tra l’Italia e la Repubblica Ceca, siglati a Praga per la prima volta il 18 maggio del 1971 e rinnovati nel corso del 2011 dai due governi. Volti a garantire un’intensa attività di cooperazione tra i due paesi nel campo dell’istruzione, della scienza e della cultura per favorire una sempre migliore conoscenza e comprensione reciproca tra i rispettivi popoli.