Gli appelli dell'associazionismo alla politica

Nella Giornata Internazionale contro la tratta di persone si susseguono gli appelli alla politica italiana. Giovanni Paolo Ramonda, presidente dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) annuncia che “abbiamo deciso di aderire al comunicato della rete di organizzazioni femminili e femministe per l'abolizione della prostituzione, in quanto forma di oppressione e violenza sulle donne”. L'Apg23 è stata fondata da don Oreste Benzi, il prete dalla tonaca lisa che iniziò nel 1989 la lotta per la liberazione delle donne vittime del sistema prostitutivo. Spiega ancora Ramonda: “Come diceva San Giovanni XXIII 'Guardiamo a ciò che unisce e non a ciò che ci divide'. Siamo lieti di portare avanti insieme ai movimenti femministi questa battaglia per la liberazione di tante donne vittime di tratta per la prostituzione in Italia. Vittime non solo dei trafficanti ma anche dei clienti che abusano del loro corpo approfittandosi della loro condizione di vulnerabilità. Auspichiamo che il nuovo Governo approvi una norma che permetta la liberazione delle migliaia di vittime”. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha liberato dalla strada e accolto oltre 7mila ragazze vittime del racket della prostituzione. Ogni settimana è presente con 30 unità di strada e 100 volontari per incontrare le persone che si prostituiscono. Promuove, insieme ad un cartello di associazioni (tra cui Cisl, Agesci, Azione Cattolica, Forum Famiglie, Rinnovamento dello Spirito), l'iniziativa Questo è il mio Corpocampagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l'obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti delle persone che si prostituiscono.

Proprio la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, è intervenuta per sostenere l'appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a “fare di più per eliminare il traffico di esseri umani”. La Furlan sottolinea che “ci sono migliaia di migranti regolari che vivono in condizioni incivili e di sfruttamento nelle campagne del Mezzogiorno, vittime del capolarato e del ricatto della malavita. E ci sono anche tantissime donne vittime della tratta, ragazze giovanissime dell’est europeo ed africane, sottoposte a forme di violenza inaudite, costrette a prostituirsi nelle strade delle nostre città nell’indifferenza dell’opinione pubblica. Sono anni che la Cisl combatte insieme ad altre associazioni una battaglia per l’approvazione di una legge che punisca i clienti delle prostitute e fornisca a queste donne in schiavitù percorsi concreti per uscire dalla violenza e dalle intimidazioni. E’ una piaga da sradicare con fermezza con un maggiore impegno culturale, civile e sociale”.