Gli amministratori che “osano” negare il patrocinio

Negare il patrocinio al gay pride può costare ad un amministratore locale la pubblica condanna da parte delle organizzazioni lgbt, come prevedibile, ma anche da parte delle forze politiche di sinistra. Ne sanno qualcosa Attilio Fontana, governatore della Regione Lombardia, Alessandro Canelli, sindaco di Novara, Marco Bucci, sindaco di Genova, e persino Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonoma di Trento, di sinistra. Tutti costoro hanno avuto “l'ardire” di non concedere il patrocinio alla manifestazione arcobaleno.

La Lombardia

Nei giorni scorsi, in un'intervista a Lettera43, Fontana ha così spiegato la sua scelta: “Non daremo il patrocinio al Pride, è una manifestazione divisiva e per questo non va sostenuta”. La sua è una scelta di coerenza, come lui stesso sottolinea: “Non l’ho appoggiato a Varese e non penso lo farò nemmeno qui, ma ne dobbiamo parlare con gli alleati”. Poi ha aggiunto: “Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono rimanere personali, sbandierarle è sbagliato”. Fontana punta l'indice verso certo “esibizionismo” delle manifestazioni arcobaleno, e conclude: “Il gay pride è una manifestazione divisiva e quando le manifestazioni sono divisive non sono mai da sostenere”.

La città di Novara

Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che ha definito il gay pride una “inutile ostentazione” e ''una manifestazione di tipo simbolico-folkloristico che non può apportare il giusto contributo alla crescita e alla consapevolezza su problemi di questo tipo''. Non è servito al primo cittadino leghista spiegare che, a Novara, “come me la pensano tanti omosessuali“: nei suoi confronti, infatti, si è subito abbattuto il biasimo della sinistra, con il Pd che ha parlato di decisione “anacronistica e discriminatoria”. Domenico Rossi, consigliere dem della Regione Piemonte, novarese e membro di un'organizzazione promotrice del gay pride, invita a “non sottovalutare” la negazione del patrocinio da parte del sindaco Canelli. Secondo lui, “dietro parole che sembrerebbero nascondere paternalismo e preoccupazione per il 'decoro' della città – scrive in una nota – si nasconde una visione ben precisa della società incarnata e proposta dalla Lega, soprattutto nella sua nuova versione sovranista di Matteo Salvini''. ''Pochi giorni fa – ricorda Rossi – il presidente lombardo Fontana ha negato il patrocinio al gay pride sottolineando che, invece, lo avrebbe concesso al Family Day“.

La città di Genova

Da Novara a Genova il viaggio è di un'ora e mezza. E anche qui, nel capoluogo ligure, il Comune ha negato il patrocinio all'iniziativa omosessuale che si terrà a giugno. Il motivo? Lo spiega l'assessore all'Urbanistica Simonetta Cenci in una nota: “In passato una fetta di popolazione si è sentita offesa da alcuni messaggi comunicati e pubblicizzati durante la manifestazione”. La Cenci ha ricordato anche che il patrocinio “comporta normalmente oneri a carico della pubblica amministrazione”. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Stefano Giordano (M5S), il quale in consiglio comunale è esploso: “Insegnerò ai miei figli che il sindaco Bucci è il sindaco più ignorante della storia”.

La Provincia Autonoma di Trento

La polemica è tutta interna alla sinistra, invece, ai piedi delle Dolomiti, dove a negare il patrocinio al gay pride è stato Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonona di Trento. Essendo Rossi un uomo di sinistra, il suo “ardire” di opporsi a una simile manifestazione assume un significato particolare. Secondo il presidente, eletto con il Partito Autonomista Trentino Tirolese, storico alleato del Pd, “la parata nel centro della città assume un aspetto più di folclore e di esibizionismo che sicuramente non apporta alcun contributo alla crescita e valorizzazione della società trentina e della sua immagine“. Sempre secondo Rossi, il gay pride “potrebbe generare una forte contrapposizione e quindi disinteresse e distacco su temi importanti che diversamente richiedono partecipazione e confronto”.

Sugli scudi gli organizzatori del gay pride (che lo hanno definito “un atto di omofobia istituzionalizzata”), Amnesty International (che parla di atto contro la Costituzione) e la sinistra. Volano stracci nella stessa giunta: Sara Ferrari, assessore provinciale alle Pari opportunità, afferma che così si dà un'immagine del Trentino come di “un territorio bigotto“. E la polemica arriva al Nazareno, a Roma, dove la senatrice del Pd Monica Cirinnà, relatrice della legge sulle unioni civili, ricorda a Rossi che “chi governa deve rispettare tutti i cittadini”. Per lei, evidentemente, negare un patrocinio significa mancare di rispetto.