Giornata dell'Ambiente: ancora troppi morti per smog

Si celebra oggi la Giornata mondiale dell'Ambiente, dedicata quest'anno all'inquinamento atmosferico. Significativo che la ricorrenza, nel 2019, venga celebrata in Cina, secondo Paese più inquinato del pianeta dopo l'India. Per l'occasione sarà lanciato un nuovo allarme a governi, industria, collettività e individui e l'appello a passare ad energie rinnovabili e tecnologie green per migliorare la qualità dell'aria nel mondo.

Lo studio

Gli scienziati di 27 accademie degli Stati Ue più Norvegia e Svizzera, forti di numerosi studi indipendenti, hanno, intanto, confermato i rischi di un aumento di malattie e di morti premature a causa degli effetti del riscaldamento globale e dell'inquinamento dell'aria. Il rapporto del Consiglio delle Accademie europee delle scienze (Easac) evidenzia una “gamma allarmante” di rischi per la salute e i benefici anche economici che si avrebbero dalla “rapida eliminazione dei combustibili fossili”.

Le soluzioni esistono

Circa 7 milioni di persone nel mondo muoiono prematuramente ogni anno per lo smog (4 milioni nell'area Asia Pacifico mentre in Europa sono 350mila su un totale di 500.000 riconducibili alle attività umane; in Italia sono 80.000). Per gli scienziati dell'Easac le soluzioni esistono ma “occorre la volontà politica” che sinora ha trascurato “gli impatti del cambiamento climatico sulla salute”.

Se la situazione non cambia

Con le emissioni di gas serra attuali, hanno spiegato i ricercatori, è previsto per la fine del secolo un aumento della temperatura media globale di oltre 3 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Questo espone la popolazione mondiale a cambiamenti climatici senza precedenti (temperature elevate, inondazioni e siccità, inquinamento) con aumento di malattie e di mortalità prematura. Si rischia anche l'indebolimento della sicurezza alimentare e nutrizionale, aumento dell'incidenza e modifica della distribuzione di alcune malattie infettive (tra cui quelle trasmesse da zanzare, alimentari e trasmesse dall'acqua); un rischio crescente di migrazione forzata. Quindi l'Europa ha responsabilità nell'affrontare i problemi anche al di fuori della propria area.