Genitori italiani pronti a mobilitarsi

Allarme per i genitori italiani. Le speranze riposte nelle Linee Guida del Ministero dell'Istruzione sull’applicazione del comma 16 della legge 107 (cd. “Buona scuola”) rischiano di naufragare.

Il testo licenziato dal Ministero non conteneva alcun riferimento all'ideologia gender e ribadiva il primato educativo dei genitori. Oggi, tuttavia, filtrano da Viale Trastevere indiscrezioni sul nuovo Pec (Patto di Corresponsabilità Educativa).

“Da esse prendiamo atto che tale documento non contempla la formalizzazione del Consenso Informato Preventivo che i milioni di genitori del Family Day stanno chiedendo a gran voce da più di due anni”, spiegano in una nota congiunta le associazioni promotrici del Family Day.

Si legge ancora: “In pratica, il testo che si sta scrivendo – se così approvato – prevederebbe la possibilità di consenso informato ed esonero solo per le attività scolastiche pomeridiane, dando per scontata l’adesione dei genitori a tutti i progetti svolti di mattina all’atto dell’iscrizione nella scuola”.

Stando così le cose, dunque, le scuole potranno prevedere corsi sull'educazione di genere al mattino, senza dover prima ottenere il consenso dei genitori degli alunni. Secondo il Family Day, “se tutto questo fosse confermato ci troveremmo davanti al più plateale inganno – in un ben orchestrato rimando tra documenti – perpetrato dal Ministero della Pubblica Istruzione” ai danni dei genitori.

I membri del Family Day reputano il fatto “ancora più grave” dopo le promesse del ministro Valeria Fedeli di riconoscere il primato educativo delle famiglie.

Ricordando che il comma 16 della Buona Scuola presenta aspetti equivoci per cui, “in assenza di chiare garanzie per i genitori, sarebbero a rischio il pluralismo della scuola pubblica e la libertà educativa dei cittadini”, annunciano che la battaglia non si ferma.

Ecco allora che viene rilanciata una Petizione Nazionale – che conta già ventimila firme – “per chiedere al Tavolo di lavoro del Pec, al Fonags, al Ministro dell’Istruzione e al Capo dello Stato di ascoltare le nostre richieste o mobiliteremo i genitori di tutta Italia che oggi non sono più disposti ad essere scavalcati nei loro diritti fondamentali”.