Foto di bimbi scomparsi sui bancomat, ecco perché

Quella dei bambini scomparsi è una piaga che coinvolge tutto il pianeta. Non fa eccezione l'Europa, dove ogni anno ne scompaiono un milione (dati del Telefono Azzurro). Per trovarli, la polizia olandese ha dato vita a un'iniziativa unica nel suo genere: come riporta La Stampa, circa trecento sportelli automatici delle banche hanno infatti iniziato a mostrare le foto dei minori di cui si sono perse le tracce, in modo da aumentarne la visibilità e incrementare le possibilità di ritrovamento.

Dove trovare gli sportelli

L’iniziativa coinvolge – si legge sul quotidiano torinese – l’organizzazione olandese Vermist Kind Alert e la rete internazionale Amber Alert, entrambe specializzate in sistemi d’allerta che chiedono l’aiuto della gente per ritrovare bambini rapiti o comunque scomparsi. Al momento sono utilizzati gli sportelli che si trovano in aeroporti, centri commerciali e luoghi turistici. L’auspicio delle organizzazioni è che un maggior numero di istituti bancari mettano a disposizione gli schermi delle loro casse automatiche. Sullo schermo dei bancomat viene mostrato anche il video della campagna pubblicitaria che invita i cittadini a iscriversi alle due organizzazioni, così da ricevere sullo smartphone gli avvisi relativi ai bambini scomparsi.

I dati del Telefono Azzurro

“Sono un milione i bambini che scompaiono ogni anno in Europa, di cui solo una piccola percentuale viene ritrovata. In Italia scompare in media un bambino ogni sette giorni, e solo il 18% di questi torna a casa”. Lo segnala in una nota Telefono Azzurro, in occasione della Giornata internazionale dedicata ai bambini scomparsi, che ricorreva lo scorso 25 maggio. “A volte scompaiono perché sottratti da un genitore, altre perché in fuga dal luogo in cui vivono. In alcuni casi scompaiono perché intercettati e rapiti in un momento di solitudine”, evidenzia la onlus. Tra le altre cause, le sparizioni perché “minori, stranieri e non accompagnati, senza genitori, documenti e protezione, e suscettibili di diventare vittime di tratta o sfruttamento”.