Due anni fa Papa Francesco chiedeva perdono alle vittime della Tratta

Era il 12 Agosto 2016, durante l’anno straordinario del Giubileo della Misericordia, quando Papa Francesco bussava alla porta di un appartamento, ignoto ai molti ma in realtà un luogo preziosissimo, dove soccorrere giovani donne fuggite dal violento racket della prostituzione coatta e disponibile per accoglierle in emergenza.

Un incontro prezioso

Così il Santo Padre, tra i suoi venerdì giubilari, scelse l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal grande sacerdote di strada don Oreste Benzi, per compiere un gesto forte rimasto tra i più significativi e toccanti dell’anno santo della Misericordia. Fu proprio il Pontefice a dare testimonianza di quanto fu per lui stesso toccante ed emozionante questo incontro con le ex-schiave della prostituzione tanto da ripeterlo più volte in svariate occasioni. Papa Francesco si ritrovò con circa 25 giovani donne, alcune con i propri neonati tra le braccia, altre segnate per sempre dalle torture, con le orecchie tagliate, storpiate, sfigurate e con problemi psichiatrici gravi. Lui le ascoltò attentamente, piangendo insieme a loro ma offrendo a ognuna la propria vicinanza e il proprio conforto. 

Una richiesta toccante

Memorabile fu il momento della richiesta di perdono che il Pontefice volle pronunciare proprio davanti a loro con queste parole: “Io vi chiedo perdono per tutti quegli uomini che vi hanno fatto soffrire. Chiedo perdono per tutti quei cattolici e credenti che vi hanno sfruttato, abusato e violentato. Ma ora bisogna guardare al futuro: vivete con speranza e gioia il futuro che vi attende. Se qualcuno vi dice che Cristo non è risorto, voi gli potete dire che Cristo è risorto perché voi ne siete testimoni e vi ringrazio tanto perché questo incontro mi è servito tanto, anche per andare a bastonare chi di dovere!”. In quel momento era presente anche il responsabile generale dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, Paolo Ramonda insieme a don Aldo Buonaiuto, all’Arcivescovo mons. Rino Fisichella e al Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico GIani.

I numeri del racket

Le donne presenti nei marciapiedi d’Italia, vittime della prostituzione coatta, sono tra 75 mila e 120 mila. Il 65% è in strada, il 37% è minorenne, fra i 13 e i 17 anni. Provengono da Nigeria (36%), Romania (22%), Albania (10,5%), Bulgaria (9%), Moldavia (7%), le restanti da Ucraina, Cina e altri paesi dell’Est, ma non solo. Nove milioni sono i clienti, con un giro d’affari di 90 milioni di euro al mese. La prostituzione è la terza industria criminale più fiorente al mondo e la voce di Papa Francesco resta tra le rare che si ergono con forza per denunciare questo mercato di esseri umani senza precedenti.