“Droga dello stupro”: un centro per aiutare le vittime

Sono sempre di più le ragazze che si svegliano dopo una notte di bagordi, stordite e immemori di quanto vissuto la sera precedente. Ciò che rimane loro addosso è un senso di angoscia, di violazione del proprio corpo. E nulla più.

Percepiscono di esser state vittime di una violenza, ma non riescono a mettere a fuoco ricordi precisi, talvolta non rammentano nemmeno i volti e le voci delle persone con cui hanno interagito. Sono le vittime della cosiddetta “droga dello stupro”, Ghb o Gbl, sostanza che fa perdere i freni inibitori e la resistenza fisica.

È una vera e propria arma che malintenzionati di vario tipo utilizzano contro le loro prede sessuali: donne sì, ma anche uomini e persino bambini. Si tratta di un numero crescente di persone che finiscono adescate in questa rete subdola.

La nascita dell'Ircav

È per questo che è nato a Roma l’IrcavInternational response center against violence, primo centro di assistenza e recupero dedicato alle vittime della “droga dello stupro”. Inaugurato lo scorso 2 novembre alla presenza di personalità istituzionali, è stato fondato da Sabrina Magris, presidente dell’Ècole Universitaire Internationale ed esperta di questa sostanza. È psicologa investigativa ed addestra agenti segreti in materia di antiterrorismo.

“Recenti fatti di cronaca hanno acceso i riflettori su queste tematiche”, spiega ad In Terris la Magris, facendo correre la mente agli ultimi episodi di stupri e violenzein contesti di alcol e droghe. Vittime delle aggressioni sono spesso persone straniere, è per questo che l’Ircav sorge nella Capitale, luogo di turisti, studenti universitari fuori sede, uffici internazionali ed ambasciate. Di qui la necessità di creare una struttura – prosegue l’esperta – “che possa aiutare le vittime di violenze sessuali che hanno difficoltà non solo con la lingua, ma anche con legislazioni diverse dalla loro”.

Supporto psicologico e medico-sanitario

Non solo, il primo supporto che l’Ircav fornisce alle persone che ci si rivolgono, è di carattere psicologico e medico-sanitario: la sede è presso la Clinica Sant’Alessandro. L’assistenza è totalmente gratuita. I pazienti vengono sottoposti a esami tossicologici per valutare se c’è stato l’ingerimento della sostanza. Dopo di che, in ambito investigativo, la raccolta degli elementi si concentra sugli indumenti intimi, che la vittima conserva anche dopo la violenza.

Il tipo di droga

Ma quali sono i componenti chimici di questa famigerata droga? “Sono degli acidi incolore e insapore, che possono indurre la vittima ad essere più disinibita e a subire violenza sessuale senza ricordare successivamente l’accaduto”, spiega la Magris. “In alcuni casi la vittima – continua – può rammentare frammenti che non hanno una logica cronologica, oppure i momenti immediatamente precedenti e successivi alla violenza”. Si tratta – spiega – “dei primi segnali d’allarme”. Gli acidi vengono versati di nascosto nei bicchieri sotto forma di polvere, si sciolgono con la bevanda per essere poi ingeriti dalle vittime.

Vittime persino i bambini

Discoteche e locali sono gli ambienti più ad alto rischio, ma il consiglio dell’esperta è a non sottovalutare anche “luoghi domestici”, laddove nel contesto di rapporti patologici la “droga dello stupro” può essere utilizzata per irretire la propria o il proprio partner.

“Purtroppo – aggiunge la Magris – possono rientrare nella grande casistica delle vittime anche i minori”. Episodi di abusi pedofili corredati dal consumo di droga si consumano talvolta a casa, dove la veste del carnefice può essere indossata da un parente, ed anche altrove, dove i piccoli vengono adescati con scuse e lusinghe. Il vecchio consiglio di non accettare caramelle dagli sconosciuti, può essere aggiornato inserendo una lista di bevande, alcoliche e non.

Lavoro di sensibilizzazione

Pertanto l’Ircav entrerà anche nelle scuole, negli ospedali e nelle sedi istituzionali, per svolgere un lavoro di sensibilizzazione sul tema e di prevenzione rivolto – afferma la Magris – “ai giovani, le potenziali vittime, ma anche al personale sanitario e alle forze dell’ordine, per riconoscere le vittime e per diminuire l’esposizione a questo tipo di reato”.

“Può sembrare banale – prosegue la fondatrice del centro – ma è importante anzitutto, nei locali, non lasciare incustodito il proprio bicchiere”. Inoltre – prosegue – “se si ha la sensazione di aver appena ingerito sostanze di questo tipo, è opportuno rivolgersi subito ad una persona amica che possa impedire che si finisca alla mercé dei furfanti”.

Alta diffusione in Italia

Gli ingenti sequestri di queste sostanze in Italia da parte delle forze dell’ordine – rileva la Magris – danno la misura di quanto siano diffuse sul nostro territorio nazionale. Nonostante sia stato inaugurato da poco, l’Ircav ha già ricevuto diverse segnalazioni. “Ne sono arrivate una ventina in meno di una settimana”, afferma la Magris. Il problema è dunque esteso, l’appello è a tenere alta la guardia e gli occhi fissi sui propri bicchieri.