Don Buonaiuto: “Salvini venga con noi a salvare le vittime della tratta”

Regolamentare e tassare la prostituzione come nei Paesi civili, riaprendo le 'case chiuse'”: ne è convinto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha esternato la sua proposta su Twitter a meno di due mesi dalle elezioni. Il leader del Carroccio, che solo pochi giorni fa aveva già fatto discutere in merito alla volontà di abolire l'obbligo delle vaccinazioni, tira in ballo la questione delle case di tolleranza, le cui porte vennero chiuse esattamente 60 anni fa dalla Legge 20 febbraio 1958, n.75, meglio nota come Legge Merlin (promossa dall'omonima senatrice socialista) che, fra le altre cose, introdusse il reato di sfruttamento e induzione alla prostituzione. A un mese esatto dal sessantennale, dunque, Salvini (ri)lancia l'idea della riapertura come controversa “soluzione” alla prostituzione in strada.

Il dissenso

La proposta, però, ha incontrato il netto dissenso non solo di fronti politici avversari (primo fra tutti il Partito democratico) ma anche di chi, negli anni, si è prodigato per l'assistenza e il recupero delle ragazze costrette a vendere il proprio corpo per le strade: “Matteo Salvini venga da noi – ha spiegato in un'intervista all'Ansa don Aldo Buonaiuto che, in prosecuzione dell'opera di don Oreste Benzi, fondatore della comunità 'Papa Giovanni XXIII', ha continuato a prodigarsi in aiuto delle donne schiavizzate dal racket –  ci accompagni nei nostri giri per salvare la ragazze, si renda conto di persona del dramma che vivono migliaia di donne, molte delle quali ancora minorenni”. Don Buonaiuto da oltre 25 anni opera per le strade per prestare aiuto alle vittime della tratta, giovanissime ragazze private della loro dignità da sfruttatori senza scrupoli: “Papa Francesco è stato con noi quattro ore – ha spiegato ricordando la visita del Santo Padre in una delle case famiglia dove queste donne svolgono il loro percorso di rinascita -, molto di più di quanto era stato preventivato perché volle parlare con tutte, una a una, abbracciarle, sentire le loro storie. Rimase profondamente colpito dalle ferite fisiche e spirituali di questa ventina di ragazze e alla fine del Giubileo, in un'intervista, disse che era stato l'incontro che lo aveva commosso di più”.

Liberare le schiave

“Sono esternazioni – ha detto ancora don Aldo – di chi non conosce il dramma di migliaia di ragazze che vengono rapite e soggette al racket della prostituzione, una vera e propria schiavitù. Chi vorrebbe questo per le proprie figlie? Queste donne piuttosto devono essere liberate… I politici parlano senza sapere. Salvini forse non sa infatti che queste ragazze già sono costrette a questa schiavizzazione non solo per le strade ma anche nei privé, negli alberghi, negli appartamenti; le case chiuse già esistono. Speculare su questo in campagna elettorale è un insulto alla dignità della donna”. Anche la comunità “Papa Giovanni XXIII”, in un comunicato, ha espresso il proprio dissenso rispetto alla proposta di Matteo Salvini, spiegando che “l'impegno di un Paese civile” dovrebbe essere convogliato nel “liberare le 'moderne schiave'. Attraverso una nota della deputata Fabrizia Giuliani, anche il Partito democratico ha criticato l'esternazione del leader della Lega Nord, facendo sapere che “sull'idea delle 'case chiuse', Salvini se ne faccia una ragione, il nostro Paese, per fortuna, non tornerà mai indietro… Noi non consentiremo mai politiche che farebbero felici i trafficanti di esseri umani. Le donne della Lega si ribellino, anche perché l’Europa, forse Salvini non lo sa, sta andando in senso opposto”.