Centri libici al collasso e altri 63 dispersi in mare

Non si ferma la tragedia dei migranti sulla rotta mediterranea: un nuovo naufragio al largo della Libia è costato oltre 60 dispersi, proprio nel giorno in cui in Germania rischia di consumarsi lo strappo nel Csu proprio sul tema dell'accoglienza dei profughi in approdo sul territorio europeo. Il gommone è affondato al largo di Zwara, città settentrionale del Paese nordafricano, con tutto il suo carico umano composto da più di 100 persone. Una quarantina sono state tratte in salvo dall'intervento della Guardia costiera libica, mentre le altre 63 sembrano tragicamente destinate ad accrescere il sanguinoso bilancio di vittime delle migrazioni dall'inizio dell'anno, il cui conteggio si attesta già ben oltre i mille.

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Altri due recuperi

Il naufragio odierno è stato segnalato dall'Unhcr, mentre le strutture di accoglienza sulle coste libiche stanno raggiungendo livelli di saturazione, aggravati dall'arrivo dell'estate. Al momento, secondo quanto segnalato dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), sono almeno 10 mila le persone in attesa nei centri costieri, in condizioni di sovraffollamento e difficoltà igienico-sanitarie. Il tutto in una giornata in cui la Guardia costiera della Libia ha effettuato altri due salvataggi, intercettando due diversi gommoni al largo delle coste occidentali, contenenti nel complesso 220 persone (115 nel primo e altri 105 nel secondo) di “diverse nazionalità africane”.

Protesta di Open Arms

Dalla decisione dell'Italia di chiudere i porti del Bel Paese ai barconi dei migranti, si è assistito secondo la Guardia costiera libica a un aumento delle persone riportate indietro: stando a quanto riferito dal portavoce di Unhcr si tratta di 2.425 migranti in appena una settimana, circa 3.000 in due secondo Oim. Nel frattempo, la ong Proactiva Open Arms denuncia l'ennesima tragedia avvenuta nel Mediterraneo mentre le navi vengono dirottate in diversi porti del bacino del Mare nostrum: “L'Aquarius è a Marsiglia – scrive su Twitter -, la Lifeline sequestrata a Malta, Sea Watch non può lasciare Malta, Open Arms sta andando a Barcellona per sbarcare 60 persone. Nel frattempo oggi sono morte altre 63 persone, più di 170 in 48 ore. E' una vergogna e spero che vengano individuate le responsabilità”. Quello che sta accadendo nel Mediterraneo “è assolutamente illegale e fuori dal diritto marittimo internazionale”.