Anche i 14enni potranno cambiare sesso

Il Senato della Repubblica del Cile ha approvato una legge che permetterà anche ai minori dai 14 anni in su di cambiare il nome ed il sesso nel registro civile. Il testo ha incassato il disco verde del ramo parlamentare cileno con 26 voti favorevoli e 14 contrari.

La proposta originaria

La prima bozza prevedeva addirittura che la possibilità del cambio di nome e di sesso sulla carta d'identità fosse riservata anche ai minori di età inferiore ai 14 anni. Questa parte però non è riuscita ad incassare i 25 voti necessari per l'approvazione. Il testo adesso passerà al vaglio della Camera dei Deputati e, in caso di iter favorevole, diventerà ufficialmente legge dello Stato

La definizione

Nel testo, l'identità di genere viene definita “convinzione personale e interiore di essere maschio o femmina, a seconda di come ci si percepisce, che può o meno corrispondere al sesso e al nome come attestato sul certificato di nascita”. Viene specificato, inoltre, che essa “può o non può comportare l'alterazione dell'aspetto o della funzione corporea attraverso trattamenti medici, chirurgici o altri analoghi, purché siano liberamente scelti.”

Le reazioni positive

Da parte di alcune associazioni LGBT del Paese sudamericano, i commenti sono stati di soddisfazione a metà. Jimena Lizama, direttore giuridico della Fundacion Iguales ha dichiarato: “È un grande risultato che il Senato abbia approvato il progetto e riconosciuto il diritto dei transessuali ad avere un'identità di genere. Tuttavia, è un peccato che abbia escluso i bambini che dovrebbero avere il riconoscimento al loro diritto all'identità di genere, come previsto già dal potere esecutivo e giudiziario, e dalla Corte interamericana per i diritti umani, tra gli altri “.

Le proteste

L'approvazione della legge è stata accolta dalle proteste, invece, di alcuni movimenti d'ispirazione cristiana che hanno organizzato una mobilitazione fuori dalla sede del Senato mentre il testo veniva votato dai parlamentari. Queste reazioni hanno incontrato il consenso del senatore José García Ruminot, del partito di centrodestra Renovaciòn Nacional, che al termine dei lavori d'aula ha dichiarato: “Con questa legge sono state trattate questioni complesse che potrebbero danneggiare gravemente le famiglie“.