Abolizione della festa della mamma: è rivolta

domiciliare

Tutto ha avuto inizio in un asilo nido del quartiere Ardeatino, quadrante Sud della Capitale, quando i dirigenti scolastici hanno deciso di eliminare le feste della mamma e del papà a seguito delle lamentale di una coppia di genitori omosessuali. La scelta ha però suscitato roventi polemiche, che si sono spinte fin sopra il Campidoglio e sono entrate nell'aula del Consiglio comunale.

Ieri, 3 maggio, un primo presidio organizzato da Fratelli d'Italia sulla scalinata del Campidoglio, dove è stato srotolato uno striscione con scritto “Viva la mamma e viva il papà”. Presente anche Giorgia Meloni, che ha detto: “Noi crediamo sia una decisione ridicola e scandalosa, le mamme hanno il diritto di essere celebrate e così i papà. Non si può cancellare tutto per furore ideologico di certa sinistra”.

Il partito di destra non si è limitato a protestare. Su iniziativa del partito, è stato presentato un ordine del giorno firmato da tutte le forze politiche, con il quale l'assemblea capitolina ha dato mandato al Sindaco e alla Giunta di valorizzare la festa della mamma, del papà, dei nonni e della famiglia. È stato ottenuto che fosse data comunicazione a tutti i dirigenti delle unità educative nei municipi, in merito alla valorizzazione delle due figure genitoriali.

“Grazie a Giorgia Meloni e ai consiglieri capitolini di Fratelli d’Italia finalmente nel Comune di Roma prevale il buon senso. Ci aspettiamo ora che le scuole che hanno abolito le ricorrenze provvedano subito a tornare sui loro passi comunicandolo alle famiglie”. È quanto dichiara Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia (associazione co-organizzatrice degli ultimi due Family Day).

Un'altra manifestazione in Campidoglio si è svolta oggi, alla presenza anche di numerosi bambini, “per far sentire la nostra voce – affermano gli organizzatori – in difesa della famiglia e del diritto fondamentale di ogni bimbo di avere una mamma ed un papà“.