Speranza: “Sul Covid bisogna tenere ancora alto il livello di attenzione”

Fnomceo: "Un terzo dei medici italiani, potendo, andrebbe subito in pensione, in particolare i più giovani"

“Bisogna tenere ancora alto il livello di attenzione”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in riferimento all’aumento dei contagi che nella giornata di ieri hanno nuovamente sfiorato i 100mila, arrivando oggi alla Conferenza nazionale sulla questione medica organizzata a Roma dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo). Quanto all’andamento delle quarte dosi del vaccini anti-Covid, ha rilevato il ministro “stiamo partendo ora e siamo all’inizio”. Rispetto invece all’utilizzo delle mascherine al chiuso, “decideremo – ha detto – nei prossimi giorni”.

Fnomceo: “1/3 medici sogna la pensione, soprattutto i più giovani”

Un terzo dei medici italiani, potendo, andrebbe subito in pensione, in particolare i più giovani: il 25% dei medici tra i 25 e 34 anni e il 31% di quelli tra i 35 e i 44 anni. È questo uno dei dati più eclatanti, e preoccupanti, dell’indagine ‘La condizione dei Medici a due anni dall’inizio della pandemia da Covid-19’, condotta dall’Istituto Piepoli su input della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, e presentata oggi nell’ambito della Conferenza nazionale sulla Questione Medica.

“Noi amiamo questa professione, chiediamo solo di poterla esercitare con l’entusiasmo di chi inizia – è il commento del Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. Questa propensione alla pensione anticipata, espressa da tanti giovani, è un dato scioccante che fa riflettere e mostra quanto profonda sia la crisi legata alla perdita di fiducia nel futuro, alla mancanza di speranza di un domani migliore per la nostra professione”. La ricerca è stata realizzata attraverso la somministrazione di 500 interviste, condotte dal 21 al 28 marzo scorso, su un campione rappresentativo di 500 medici. Rilevante l’aumento in pandemia dei carichi di lavoro – oltre il 37% sul territorio, più 28% in ospedale – che ha riguardato la stragrande maggioranza dei medici e degli odontoiatri.

A quanto emerge dalla ricerca, nel corso della pandemia il carico di lavoro è cresciuto per 3 medici su 4, portando quasi 1 ospedaliero su 5 a cambiare reparto. Lo dichiarano mediamente il 75% dei medici del territorio, il 64% dei medici ospedalieri, il 24% degli specialisti ambulatoriali e il 12% negli odontoiatri. Un impegno gravoso che ha avuto ripercussioni – lo pensano il 40% dei medici – anche sul rapporto di fiducia con i cittadini. E che ha provocato, insieme alle difficoltà organizzative, stress e preoccupazione nella stragrande maggioranza dei professionisti, il 71%. Si dichiarano “stressati” il 90% dei medici del territorio, il 72% dei medici ospedalieri, l’80% degli specialisti ambulatoriali, il 62% degli odontoiatri. D’altro canto, il 53% dei medici dichiara che molti cittadini hanno rinunciato a cure importanti, spesso interrompendole dopo averle iniziate, per colpa della pandemia. Il Covid ha inoltre dato impulso ai consulti da remoto: li hanno offerti la metà dei medici, con punte del 65% tra i medici di medicina generale.