Sincope, ogni anno colpisce 6 milioni di italiani

Al via una campagna di sensibilizzazione della Fondazione Onda con il patrocinio del Gimsi, il Gruppo multidisciplinare per lo studio della sincope

La sincope consiste nella perdita temporanea di coscienza e colpisce ogni anno circa 6 milioni di italiani, con un’incidenza del 6% l’anno. Si tratta di una problematica molto frequente la cui prevalenza aumenta con l’età. Rappresenta dall’1 al 3% delle visite al pronto soccorso e il 6% dei ricoveri ospedalieri.

Proprio per avviare una iniziativa di sensibilizzazione, è partita oggi la campagna “Sincope: impariamo a riconoscerla”, curata da Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. L’iniziativa ha ricevuto anche il patrocinio del Gimsi, il Gruppo multidisciplinare per lo studio della sincope.

“È sul web che Onda ha deciso di puntare per fornire un’informazione chiara e corretta sulla sincope, anche detta svenimento”, commenta Francesca Merzagora, presidente della Fondazione. Si tratta di una campagna digital, che si sviluppa sul sito di Onda e sulle pagine Facebook e Instagram.

Le cause della sincope

La causa in assoluto più frequente di sincope è la forma vaso-vagale: il cervello va in una sorta di blackout per pochi secondi poiché non irrorato correttamente dal flusso sanguigno. Ciò a seguito di una rapida riduzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.

Le altre forme di sincope, più rare, possono essere legate a due ordini di motivi: cause cardiache e ipotensione ortostatica. Le prime sono le più pericolose da un punto di vista prognostico, tant’è che con la sincope cardiaca si raddoppia il rischio di decesso e aumenta del 10% il tasso di mortalità a sei mesi. Inoltre, vivere senza una diagnosi compromette la qualità della vita aumentando di 1,4 volte il rischio di infortunio sul lavoro e di 2 volte il rischio di perdere il posto di lavoro.

Le sincopi ortostatiche invece sono legate ad un calo pressorio quando il paziente si alza in piedi e sono molto frequenti nelle persone anziane.