Pericardite idiopatica ricorrente: verso un nuovo farmaco per curarla?

The New England Journal of Medicine pubblica i risultati di uno studio sul rilonacept che inibisce l'interleuchina 1

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L'ospedale Bambino Gesù (Foto Omniroma)

Si prospetta un nuovo farmaco contro la pericardite idiopatica ricorrente che è una malattia rara autoinfiammatoria che colpisce il cuore. Si tratta di rilonacept, farmaco sviluppato da Kiniksa: ad avvalorarne l’efficacia sono i risultati di uno studio internazionale pubblicati su The New England Journal of Medicine.

Chi ha partecipato alla sperimentazione

Vari centri negli Stati Uniti, in Israele e in Australia hanno partecipato alla sperimentazione, mentre dall’Italia vi hanno preso parte la Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano e il Bambino Gesù di Roma. In particolare l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sottolinea che “questa patologia può essere curata con la colchicina e con i farmaci antinfiammatori non steroidei che nel bambino rappresentano la prima scelta poiché hanno minori effetti collaterali rispetto agli antinfiammatori steroidei (cortisone)”. E prosegue: “Tuttavia spesso tali farmaci non sono sufficienti a prevenire le ricadute e quindi è necessario utilizzare il cortisone, anche per lunghi periodi, con tutti gli effetti collaterali che tale terapia purtroppo comporta nel lungo termine”.

Che cos’è il rilonacept per curare la pericardite

Il rilonacept è un nuovo inibitore dell’Interleuchina 1, visto che “da qualche anno è stato dimostrato come nell’origine della malattia svolga un ruolo chiave proprio l’Interleuchina 1”. “Oltre a essersi dimostrato efficace nel trattare l’episodio acuto di pericardite, è risultato efficace nel prevenire le recidive”, afferma l’ospedale pediatrico romano.

“Ha consentito inoltre di diminuire rapidamente, fino a eliminare, eventuali terapie concomitanti tra cui il cortisone, con tutti i suoi effetti collaterali. Presenta anche il vantaggio di essere somministrato sottocute una sola volta a settimana”, mentre si riscontra “un netto miglioramento della qualità di vita dei pazienti, con evidente riduzione dei ricoveri ospedalieri e delle complicazioni associate alla malattia”.

Il farmaco è in fase 3 della sperimentazione, quella finale per essere immesso in commercio. Sono stati coinvolti 86 pazienti di età superiore ai 12 anni.