Australia contro Samsung, pubblicità falsa

Rischia davvero grosso la multinazionale della tecnologia sudcoreana Samsung. Che a giudizio della Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (Accc) sulle qualità dei propri smatphone. Per la precisione sul fatto che non siano in grado di resistere all'acqua, come avrebbe fatto credere il colosso nelle sue pubblicità.

I fatti

L'autorità a tutela dei consumatori, in una nota diffusa pochi giorni fa, ha imputato alla compagnia sudcoreana “rappresentazioni false e ingannevoli” negli spot televisivi, dove – dice – gli smartphone vengono mostrati non solo come “waterproof”, ma anche utilizzabili in piscina o mentre si fa surf, e quindi resistenti all'acqua salata e a quella addizionata di cloro. Il caso, per cui Samsung rischia una multa multimilionaria, vede l'Autorità contestare circa 300 spot, dal febbraio 2016 – data di lancio del Galaxy S7 – in poi. Secondo l'Accc, l'azienda non può reclamizzare in quel modo i suoi smartphone perché non ha testato le conseguenze sui dispositivi dell'esposizione ad acque diverse da quella dolce, e perché non fa valere la garanzia su danni causati dall'acqua. Ed è la stessa Samsung ad ammettere che gli smartphone non sono resistenti a tutte le acque. Sul suo sito, ad esempio, la compagnia scrive che il Galaxy S10 “non è consigliato per l'uso in spiaggia o in piscina”. 

La pubblicità ingannevole su Internet

I numeri del fenomeno sono molto preoccupanti. Infatti, nel 2018, Google ha rivelato di aver di bloccato 2,3 miliardi i annunci pubblicitari ingannevoli o pericolosi, oltre 6 milioni al giorno. Quasi 207.000 erano annunci per la rivendita di biglietti, oltre 531.000 di prestiti per cauzioni e circa 58,8 milioni legati ad attività di phishing. E ancora: rimosse circa 1,2 milioni di pagine “infestate” da annunci ingannevoli, da oltre 22.000 app e da quasi 15.000 siti “per violazione delle policy che riguardano contenuti inappropriati, di scarsa qualità o che promuovono messaggi d’odio”.