Una partita che si può vincere

A pochi mesi dalla fine della legislatura gli elettori della Lista Monti devono fare i conti con i modestissimi risultati dei governi Pd appoggiati da quasi tutti gli esponenti della formazione guidata dall’ex preside della Bocconi.

L’Italia conta molto di meno a livello internazionale, ha gestito malissimo la immigrazione scatenata dalla fallimentare guerra a Gheddafi nel 2011 e, sul fronte interno, ha visto aumentare i poveri, i giovani senza lavoro e i precari.

Forza Italia ha, quindi, l’occasione storica di parlare a un elettorato più ampio del popolo dei moderati. Il partito di Berlusconi può dimostrare di essere più credibile della sinistra nel rilanciare l’economia e il lavoro nel nostro Paese. Lo ha capito, purtroppo in ritardo, lo stesso Monti quando ha dovuto riconoscere che  Berlusconi è molto più convincente di Renzi nel parlare agli italiani.

I dati economici e sociali sono quasi tutti peggiorati rispetto a quelli del 12 Novembre 2011, giorno nel quale quando il Cav venne chiesto di dare le dimissioni per far posto al governo dei professori, chiamato a “salvare il Paese“. Abbiamo un debito pubblico superiore, rispetto ad allora, di centinaia di migliaia di euro, siamo l’unico dei grandi Paesi ad avere un Pil ancora inferiore di 7 punti in confronto a quello del 2007 (anno ante-crisi), Il Pil procapite è diminuito, la disoccupazione giovanile è cresciuta di oltre il 30%, i poveri sono raddoppiati e molte nostre aziende sono state acquistate da gruppi esteri. Politicamente all’estero l’Italia conta quasi zero.

Forza Italia può credibilmente rivolgersi al mondo dell’impresa che dopo tanti anni con l’intervento di Boccia ha portato a Fiuggi, al convegno organizzato da Antonio Tajani, la voce di Confindustria. Le riforme di questi 5 anni, del resto, hanno sortito risultati assai modesti dal punto di vista della crescita.

Di fronte a una sinistra che in questi anni ha parlato solo alla metà del Paese che sta bene e ha dimenticato la metà che sta male, Forza Italia deve e presentare a tutto il Paese, un programma per il rilancio dell’economia e del lavoro, nel quale devono essere previsti: il taglio della spesa pubblica improduttiva, la diminuzione delle tasse e della burocrazia e il rilancio degli investimenti pubblici e privati.

Per cogliere la palla al balzo, però, il partito di Berlusconi dovrà indicare candidati competenti e una squadra di governo molto qualificata, capaci di parlare al cuore degli italiani.

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