La stagione dei saldi che si profila è molto difficile. Si sa benissimo che il costo di tutti i prodotti nel nostro paese è aumentato notevolmente e quindi, c’è un problema di capacità d’acquisto delle famiglie che è decisamente calata. Ciò non fa bene alle spese, ai consumi e ai saldi, a meno che non siano molto importanti e appetibili. Inizieranno in quasi tutte le regioni il 2 luglio e ci auguriamo che ci siano saldi molto competitivi, perché poche famiglie, o comunque non molte, utilizzeranno questo sistema.
È necessario ricordarsi che ci sono alcune regole fondamentali, innanzitutto la merce a saldo deve essere chiaramente esposta con il prezzo iniziale, quello finale e la percentuale di saldo applicata. Inoltre, tale merce, deve essere esposta separatamente dai prodotti cosiddetti fondi di magazzino. Il saldo, nella sua definizione, riguarda la merce dell’anno in corso, l’altra deve essere separata e specificato chiaramente che si tratta di fondi di magazzino. Un consiglio che diamo in materia, per non fare in modo che si verifichi la solita furbata, purtroppo a volte succede, da parte dei commercianti: l’aumento del prezzo iniziale per far vedere che lo sconto è molto rilevante. Fate, in questi giorni, con il cellulare, una fotografia del capo di vestiario o di altri articoli che si intendono acquistare, in modo che non ci possa essere il modo di cambiare il prezzo iniziale.
In tale modo si può verificare se l’esercente è stato furbo oppure onesto. Si sappia inoltre che, i prodotti comprati in saldo, hanno anch’essi la garanzia di due anni. Quello che non si può fare, ma potrebbe essere fatto per educazione e volontà dell’esercente, è il cambio della merce a saldo, che si può effettuare solo se la stessa è fallata o non conforme a quanto descritto in etichetta. In riguardo a ciò, bisogna ricordare che, nel caso in cui questi elementi non fossero regolari, si può protestare e rivolgersi agli organi competenti per denunciare i fatti. Credo però che, la stagione dei saldi estivi, sarà complicata alla luce del diminuito potere d’acquisto delle famiglie.