Rincari e inflazione: le ricadute negative sulle famiglie

La natura degli aumenti che si stanno verificando è dovuta a terrificanti innalzamenti dei costi che si stanno verificando per le materie prime, a tal proposito abbiamo calcolato che, dal 1° gennaio dell’anno scorso, l’incremento del costo delle stesse, è pari a circa 120 miliardi. È un aumento spaventoso, il quale ha delle ricadute che si traducono nel raddoppio delle bollette, sia per le famiglie che per il sistema industriale, mettendo a repentaglio sia il potere d’acquisto per le famiglie stesse ma anche i costi di produzione per l’impresa Italia. Siamo di fronte a una situazione di emergenza che va trattata celermente con soluzioni rapide ma molto forti.

Quello che è stato fatto fino ad ora è insufficiente, a nostro avviso, bisognerebbe abbattere fortemente la tassazione sulle bollette. Naturalmente, insieme a ciò, mettere in campo piani di investimento industriale per quanto riguarda la produzione di energie alternative, non ci sono altre strade.

Rispetto al costo delle bollette nonché per abbattere lo stesso è necessario ridurre o azzerare l’Iva su tali servizi e, nello stesso tempo, è fondamentale realizzare piani straordinari di investimento in merito ai sistemi di ottenimento dell’energia da fonti alternative. Queste sono le due cose da fare, ciò che è stato messo in atto dal governo è ancora poca cosa per ristabilire l’equilibrio sufficiente.

Non sono ottimista perché – se l’inflazione continua su questi valori – c’è il rischio che, non solo diminuisca il potere d’acquisto delle famiglie che è già molto basso, ma anche un aumento dei costi dei mutui in essere – sia per le famiglie che per le imprese – ma soprattutto di fare incrementare il costo degli investimenti che si devono fare e quindi, anche lo stesso pacchetto di 232 miliardi di euro del Pnrr verrebbe depotenziato, con effetti inferiori di quanto noi vorremmo che si facesse.