Riapertura delle scuole: fatalismo irresponsabile o prudenza?

Scuola e Governo Draghi

In questi giorni è ripartito il countdown in vista del 07/01/2021. Difatti il ritorno in classe è previsto per questa data, un’ipotesi che aleggia dopo il recente DPCM del 3 dicembre. Ma l’incertezza regna sovrana. I genitori non sanno più a chi consegnare (a Gesù Bambino per chi crede; diversamente a Babbo Natale) le loro ansie e preoccupazioni per questi figli che vedono sempre più persi, smarriti.

E’ in gioco la “distruzione di capitale umano di proporzioni senza precedenti dagli anni del conflitto mondiale”. – come dichiarò il dott Draghi, 4 mesi or sono. Gli italiani non sono più i cittadini del pre-covid: hanno visto la morte in faccia, quindi sono molto più attenti e meno disposti all’illusione. E’ necessario sottrarre al fato, alla sfortuna o alla curva del covid la riapertura della scuola e quindi la curva della deprivazione culturale. L’Italia non merita questo. Non possiamo cedere alla tentazione di ritenere che la scuola in Italia ha chiuso causa Covid e riparte grazie al vaccino. Se durante la chiusura della scuola nulla viene fatto per risolvere i problemi è chiaro che la riposta è sempre la medesima: la scuola non riparte perchè appena impenna la curva dei contagi richiude.

Ciò assodato, a maggior riprova guardiamo a come si è comportato il sistema scolastico italiano con il Covid, perché evidentemente continuerà a reagire allo stesso modo. Non esiste fata turchina che con la bacchetta magica mette a posto tutto. In estrema sintesi 1. Il Covid, che ha gravato su tutto il mondo, al capitolo scuola in Europa ha un peso e in Italia un altro. In Italia il Covid ha stressato un sistema scolastico già ammalato facendone emergere tutti i limiti ed imponendo una pronta e definitiva soluzione a questi (1. sovraffollamento delle aule; 2. carenza di organico).

Quindi nella Fase 2 post Covid, in Europa la scuola riparte; in Italia riparte in ritardo, a macchia di leopardo e per pochi privilegiati: esclusi i poveri e i disabili sia dalla ripartenza come dalla Didattica a Distanza. E’ tutto molto evidente e confermato sin dalla a diretta del 15/06 che presentava le linee guida. Un’illusione che “la scuola riparte il 14 settembre: la ministra Azzolina firma l’ordinanza il 24 luglio 2020.” Illusione che è costata mesi di lavoro ai dirigenti della scuola statale che hanno lavorato senza sosta per ripartire con le scuole in sicurezza.

Così è stato per i gestori delle scuole paritarie, che si sono indebitati (ricordiamo che poco più di 2€ per allievo sono stati destinati per l’adeguamento dei presìdi Covid): ansie, aspettative e poi lo scontro con l’inesorabile realtà. 2. Nei mesi estivi di chiusura non si interviene sui problemi reali e quindi si apre facendo affidamento alla buona volontà e alla sorte; il sovraffollamento dei mezzi di trasporto favorisce l’impennarsi della curva dei contagi. 3. Nella Fase 3 post Covid: in Europa la scuola resta aperta e in Italia chiude a singhiozzo e a macchia di leopardo. 4. Evidentemente la situazione dal 07/01/2020 non potrà essere differente, considerato che ancora nulla è fatto per rimediare alle tre cause: 1. mancanza di spazi; 2. sovraffollamento mezzi di trasporto; 3. carenza di organico, che sta a significare che i docenti mancano e non potranno miracolosamente giungere sulla stella cometa.

Una spiegazione all’immagine dei centri storici sovraffollati: le persone, stremate dalla crisi, utilizzano freneticamente il cashback, il bonus per fare acquisti godendo del rimborso (di bonus vacanze memoria). Fanno semplicemente ciò che gli è permesso, uscire e comprare, sperando nel “cash-back”, che sarà di poche decine di euro… tutti insieme, nelle stesse ore, travolgendole misure di sicurezza dei negozi e grandi magazzini…di fronte a vigili urbani sparuti e attoniti. Quindi, due settimane dopo lo shopping sarà lockdown e le scuole chiuderanno, secondo la logica pregressa. Le scuole non hanno una % di contagi rilevanti ma chiuderle serve per decongestionare i mezzi di trasporto ed evitare di avere gente pensante. Persi due anni scolastici, sarà scontato e facile il raggiungimento di questo obiettivo.

Quindi, la scuola riparte per tutti e gli 8 Mln di studenti nessuno escluso solo e se si interverrà sulle cause della chiusura. Il resto è fatalismo irresponsabile. Occorre intervenire step by step sui 3 problemi detti sopra. Si utilizzino le risorse del recovery fund per creare le premesse che facciano ripartire la scuola e il Paese. In Parlamento, a camere unificate, si avvii una collaborazione reale fra scuole statali e paritarie e, con la quota capitaria di 5.500 euro, si garantisca il diritto di apprendere per tutti gli studenti (proposta la cui efficacia è dimostrata da vari studi seri e documentati).

Si favorisca la collaborazione fra mezzi di trasporto, pubblici e privati. A questo meccanismo sono legati un nuovo finanziamento del sistema scolastico italiano e il censimento dei docenti per far incontrare la domanda e l’offerta. Se in queste ore si agirà su questa linea, la scuola ripartirà e cosi il Paese; altrimenti la scuola non ripartirà per tutti al 07.01.2021 e a settembre 2021 il diritto all’istruzione sarà diventato un privilegio. Il Paese Italia sarà guarito, ma condannato ad una vita di stenti. Non si vive, né si produce se il cervello è bruciato dall’ignoranza.