Il potere di schiacciare i più deboli

Nell’imminenza di una tragedia, come per il naufragio di una nave, il primo ordine non scritto ma perentorio per ogni comandante che si rispetti è: “prima le donne ed i bambini!”. Insomma si deve tentare di salvare prima le categorie considerate più deboli. In questa epidemia non riusciamo neanche a rispettare questa regola morale, se vogliamo di cavalleria, che fa che un uomo tenda la mano al più debole e che dovrebbe costringere chi più ha a dover dare di più.

Gesù Cristo con la Buona Novella ha capovolto i valori della società del suo tempo ed è apparso agli occhi dei Romani e dei Sacerdoti del Tempio un sovversivo. La società del tempo, che talvolta sembra simile alla nostra sebbene siano passati due millenni, rispettava il ricco ed il potente e disprezzava il povero, il malato, la vedova. I lebbrosi venivano addirittura allontanati dalle famiglie e cacciati dalle città a vivere di elemosina e a morire di stenti. Qualche anno prima, secondo il mito, a Sparta, i neonati deformi e troppo deboli erano addirittura destinati a precipitare dal monte Taigeto. Gesù capovolge questi “valori” e nella Buona Novella traccia un solco che i suoi discepoli ed i suoi seguaci dovranno seguire.

La civiltà nella quale ci troviamo, definita europea, trae origine da questi nuovi valori, i valori Cristiani che i padri fondatori forse per viltà non hanno voluto inserire nell’atto costitutivo. Sicuramente dopo le tante crudeli guerre succedutesi negli anni – l’ultima 70 anni fa ha sterminato un intero popolo – stiamo godendo di una pace frutto dell’intelligenza, della lungimiranza e dal senso di libertà di chi ha governato gli Stati Uniti d’Europa ma oggi questi stessi Stati sono stati devastati da una gravissima pandemia che si sta rivelando una vera e propria guerra combattuta con le armi non convenzionali, ovvero con risorse economiche ed intelligenza. E andrebbe anche combattuta rispettando i principi morali che si pensava essere patrimonio della nuova cultura europea.

Invece, è triste constatare che sembrano essere stati riesumati i vecchi concetti che sembravano definitivamente abbandonati e sepolti. In questa guerra chi doveva essere messo per primo al riparo? Quali i principi regolatori che avrebbero dovuto vedere inspirati i Governanti? Purtroppo ogni Stato ha pensato per se e, ancor più grave, è caduto il concetto di Europa come insieme di Stati Uniti e rischia di cadere anche il concetto di unità nei singoli Paesi ove ogni Regione e Land hanno cercato e stanno cercando di organizzarsi per proprio conto sicché ogni Regione ha deciso come combattere rinunciando così ad una strategia comune. Come se il virus fosse regionale o operasse all’interno di uno Stato anziché a livello mondiale. Le conseguenze finora sono state disastrose.

Tornando all’Italia, dapprima abbiamo assistito ad un Nord che ha rivendicato una propria supremazia sul tema della sanità e dell’economia rispetto ad un Sud definito retrogrado e disorganizzato, poi ,quando la pandemia lo ha devastato ha chiesto aiuto al Governo centrale e sono nate divisioni e contrasti. Ma quale sarebbe dovuta essere la strategia? Chi doveva essere aiutato per primo? E quali le categorie da privilegiare?

Il Santo Padre ha parlato di vaccino per tutti i popoli, soprattutto i più poveri. Ed è anche la soluzione più intelligente perché i popoli sono soggetti ad emigrazioni ed il virus viaggerà con loro. Pensare di chiudere i confini come se un Paese sia una cassaforte è assurdo. L’attuale Presidente del Consiglio dice che è una vergogna che taluni vogliano ricevere il vaccino a discapito di altri, ma per oltre un anno l’ordine che sembrava muovere le cose è stato il “si salvi chi può”. E chi sta affogando ha il diritto per salvarsi anche di sacrificare chi gli sta nuotando accanto e sta per salire sulla scialuppa.

Non più quindi “prima le donne ed i bambini” ma prima i più potenti, i più forti, mentre i più deboli destinati a morire o a lottare per salire sulla scialuppa. E la regola che il comandante debba essere l’ultimo a salvarsi si è capovolta perché prima si è pensato a salvare i comandanti poi l’equipaggio e solo alla fine i passeggeri.

Ora un uomo in uniforme sta riportando la questione a livello centrale ma soprattutto su canoni etici. Dovremmo uscire da questa pandemia con la sofferenza per coloro che in questa guerra hanno perso la vita ma anche con l’orgoglio di aver agito con dignità ed umanità. Pensando prima di tutto ai più deboli. E questa è la sfida raccolta da tanti operatori della Sanità e da tante associazioni di Volontariato e in primis dalla Protezione Civile, un Ente che ha dimostrato che grazie al Volontariato si possono raggiungere traguardi inimmaginabili. Ma ognuno di noi deve fare la propria parte. Remando tutti dalla stessa parte e pensando a chi ci sta accanto ed ha bisogno del nostro aiuto. E questa forse è la sfida che dovremo vincere nei prossimi mesi.