I cinque passi essenziali per perdonare se stessi

Il perdono è una delle azioni più belle che esistano perché permette di guardare l’Io in un modo diverso dal solito e implica una proiezione “altra” dinanzi al Tu che si incontra. Perdonare sé stessi è ancora più difficile che perdonare gli altri, anche perché ne è quasi una conseguenza naturale: non riusciremo mai a perdonare se prima non lo faremo con noi stessi.

La prospettiva di commettere degli errori ci può spaventare. A volte, infatti, la paura è così grande che ci paralizza e decidiamo di fermarci. In altri casi, rischiamo, ma poi falliamo. Allora non assumiamo l’errore ma lo aggiungiamo al nostro carico di colpe che diventa ogni giorno più pesante e ci impedisce di andare avanti.

Perdonarsi, in realtà, è importante per vari motivi. Uno studio molto interessante condotto dalla Carleton University ha rivelato che imparare a perdonarsi non è solo un atto simbolico, ma ha anche delle implicazioni pratiche per la nostra vita. Alcuni psicologi della suddetta università hanno seguito 119 studenti universitari durante il primo anno di studi. Tutti avevano una cosa in comune: hanno procrastinato troppo durante il primo semestre, hanno studiato molto poco e, come risultato, hanno ottenuti risultati molto scarsi nei primi esami. Tuttavia, perdonarsi questo errore è stato fondamentale per cambiare il modo in cui hanno affrontato gli esami del secondo semestre. Coloro che sono stati in grado di perdonarsi e andare avanti, hanno adottato, secondo gli psicologi, un atteggiamento più proattivo di coloro che sono stati invasi dai sensi di colpa, evitando di procrastinare e ottenendo così un migliore rendimento scolastico. Da quanto sottolineato dai ricercatori, il perdono ci permette, quindi, di andare oltre i comportamenti disadattivi e ci aiuta a concentrarci sul futuro, evitando che il peso del passato possa interferire. Ci consente di assumere atteggiamenti proattivi e non conseguenziali a quanto avvenuto di negativo in precedenza.

È importante, inoltre, sapere che, secondo gli studi di Wohl e dei suoi collaboratori i cinque passi essenziali per perdonarsi sono: prendere coscienza dell’errore, comprendere il nostro ruolo, imparare la lezione, riderci sopra, voltare pagina e andare avanti.

La prima fase per perdonare sé stessi consiste nel comprendere la portata di ciò che abbiamo fatto e nell’accettare di aver effettuato un errore. Non è facile perché si contattano il dolore e la sofferenza per quanto causato. Tuttavia, tale tappa può essere costruttiva nel percorso di acquisizione di strumenti relativi ad una efficace gestione emotiva.

La seconda fase è inerente al comprendere il nostro ruolo. Anche se l’errore può essere stato nostro, esistono tante circostanze che ci hanno spinto nella direzione erronea. Le cause di un danno sono variegate e non tutte attribuibili alla nostra persona. Bisogna osservare la situazione in maniera olistica, attraverso uno sguardo completo e trasversale.

La terza fase è legata all’apprendimento. Ogni esperienza ha in sé una lezione di vita per noi. Cogliere l’insegnamento allarga la prospettiva dell’accaduto, abbassa i livelli di attività fisiologica e di ansia, prepara in maniera più funzionale al fronteggiamento di eventuali situazioni future.

La quarta fase consiste nell’utilizzo di una buona dose di umorismo e autoironia. Imparare a ridere di noi stessi è essenziale per affrontare i problemi. Ridere non significa svalutare o sminuire persone, situazioni e/o problemi. Tutt’altro. Ridere di sé significa auto-distanziarsi, avere la distanza emotiva tale da essere in grado di ridere delle nostre preoccupazioni assumendo un atteggiamento maggiormente equidistante e funzionale al prosieguo del proprio agire.

In tal senso, la quinta ed ultima fase è indirizzata al voltare pagina e andare avanti. In tal modo, non ci negheremo la possibilità di continuare a vivere ma rilanceremo l’opportunità di offrirci ancora altre occasioni.

Noi non siamo i nostri errori. Non siamo la copia sgualcita di una scelta mal riuscita. Siamo esseri viventi erranti che possono scegliere se continuare a darsi addosso o decidere di ripartire. Per farlo, bisogna saper soffrire, stare nella sofferenza, abitarla, anche patirla in alcuni casi. Che gioia grande, però, potersi permettere di salutare un errore con un sorriso che magari è “figlio” di un percorso capace di guardarsi con benevolenza e con realismo, riconoscendosi colpevoli ma non imperdonabili.

Spesso ci hanno insegnato come perdonare significhi donare maggiormente, in maniera doppia, moltiplicata. È esattamente così. Perdonare l’altro significa donargli una nuova opportunità ed essere da modello per un evento in cui possa trovarsi anch’egli in una situazione simile. Perdonare sé stessi significa donarsi la possibilità di una nuova strada per affrontare la vita.

Ogni errore e ogni paura possono essere, così, affrontate al meglio, gestite in maniera funzionale. Perdonare consiste nel non darla vinta al giudizio facile e immediato. Perdonare dischiude porte del cuore che neanche noi avevamo mai abitato prima. Perdonare favorisce un incontro con l’altro che apre alla comprensione e all’armonia profonda. Perdonare libera l’anima.